Nella Giornata della memoria che cade il 27 Gennaio ogni anno si ricorda la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico. Il 27 gennaio del 1945 i soldati dell’Armata Rossa giunsero ad Auschwitz, abbatterono i cancelli e liberarono i sopravvissuti. Si tratta di una vera e propria macchina di morte infernale messa in piedi dalla Germania nazista a scapito di milioni di uomini, donne e bambini. Di ebrei. Di zingari. Di omosessuali e disabili. Sono storie tragiche, dolorose, agghiaccianti, incomprensibili per chi non le abbia vissute ma sono storie vere. Non come la gelosia crudele della matrigna di Biancaneve, come la cattiveria calcolatrice dei genitori di Hansel e Gretel o come gli atti efferrati del serial killer Barbablù che i nostri bambini hanno conosciuto attraverso le più classiche delle favole. Li la paura è benefica, aiuta a sublimare paure reali che alla fine, attraverso la catarsi e un happy ending, aiutano a decifrare il mondo e la complessità dell'essere umano. No, la Shoah è storia tragicamente vera e per questo molto difficile da raccontare e da accettare. Non c'è catarsi, non c'è sublimazione, non c'è liberazione. Eppure va ricordata e spiegata a questi bambini che sono il futuro di quest'umanità che tanto ha sbagliato. Serve guardare indietro per poter guardare in avanti con consapevolezza e far si che questi tragici errori non siano mai più commessi.
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lunedì 27 gennaio 2014
sabato 16 febbraio 2013
M’ILLUMINO DI MENO 2013
Torniamo dalla palestra con i bimbi. In macchina annuncio la mia decisione (si, la nostra è una ben funzionante democrazia) che avremo aderito al solito M’ILLUMINO DI MENO come abbiamo fatto negli anni passati. La loro reazione è stata:
'Uffa però!.. però... che bello!' :)
Detto fatto. La sensibilizzazione parte anche da questi piccoli gesti. Ora sanno che spegnere le luci e le altri apparecchiature ettroniche per un'ora e mezza ha un senso e se c'è tutta una comunità di persone che si allea per uno scopo preciso, buono, utile, sano ha ancora più senso. Aron ha voluto quantificare. Ha fatto due conti e ora sa che un centesimo di euro vale poco ma se ci sono un millione di persone che mettono insieme un centesimo di euro la somma diventa di 10.000 euro che è una ricchezza di tutto rispetto. Che collaborare è bello, che collaborare si deve.
'Uffa però!.. però... che bello!' :)
Detto fatto. La sensibilizzazione parte anche da questi piccoli gesti. Ora sanno che spegnere le luci e le altri apparecchiature ettroniche per un'ora e mezza ha un senso e se c'è tutta una comunità di persone che si allea per uno scopo preciso, buono, utile, sano ha ancora più senso. Aron ha voluto quantificare. Ha fatto due conti e ora sa che un centesimo di euro vale poco ma se ci sono un millione di persone che mettono insieme un centesimo di euro la somma diventa di 10.000 euro che è una ricchezza di tutto rispetto. Che collaborare è bello, che collaborare si deve.
(e intanto abbiamo letto, fatto un puzzle e ci siamo anche divertiti)
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domenica 11 novembre 2012
San Martino 2012
In occasione di queste ricorrenze mi rendo conto del veloce passare del tempo. Rivedo i nostri festeggiamenti di tre anni fa, di due anni fa e mi chiedo: ma come hanno fatto i bambini a crescere così in fretta?! E noi... cosa abbiamo fatto nel frattempo? Li abbiamo educati, protetti, amati a sufficienza? Sono domande che ogni genitore si deve porre di quando in quando per diventare più cosciente, nel bene e nel male. Ecco, oltre ad aver fabbricato le nostre lanterne, questo S. Martino era un pretesto anche per alcune riflessioni.
Ma torniamo alla festa. Si narra che in una giornata d'autunno il cavaliere Martino, uscendo dalle porte della città francese di Amiens, dove viveva, si accorse di un povero vecchio quasi nudo e infreddolito. Davanti a tale povertà, Martino, prese la sua spada e tagliò il suo caldo mantello di lana per donarlo al poveretto. Il sole a quel punto si mise a scaldare come in estate.
Le lanterne che abbiamo preparato anche quest'anno verranno accese ogni sera come rito della buonanotte, fino all'arrivo del Natale: la lanterna rappresenta il calore dell'estate che teniamo con noi e che ci riscalda nel freddo dell'inverno.
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lunedì 22 ottobre 2012
Causa ed effetto.
Il nostro settenne è alle prese con le leggi e le regole del mondo ma a volte ci assale il dubbio che non abbia ben chiara la relazione tra causa ed effetto e, soprattutto, la consapevolezza della responsabilità delle proprie azioni. Cioè lo sa ma lo prende troppo alla leggera. Allora oggi abbiamo fatto una dimostrazione pratica (con un piatto sbeccato) di questi concetti:
- Prendi un piatto e tiralo a terra.
- Fatto.
- Si è rotto?
- Si.
- Ora chiedigli scusa.
- Scusa.
- E' tornato come prima?
- No.
- Adesso capisci?
- Prendi un piatto e tiralo a terra.
- Fatto.
- Si è rotto?
- Si.
- Ora chiedigli scusa.
- Scusa.
- E' tornato come prima?
- No.
- Adesso capisci?
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mercoledì 17 ottobre 2012
Oggi pomeriggio:
con questo autunno così mite continuiamo a fare merenda in giardino. Questa volta con due amiche indiane con tante storie lontane da raccontare e molto da condividere.
Ma non guardate solo la tranquillità idilliaca! Poco dopo... le scorribande con le bici, in monopattino, con lo skateboard, e le urla e gli strilli e le risate a crepapelle, e i brividi del nascondino in cantina (con tanto di fantasmi e bestie rare), e il rincorrersi col cane, ecc. ecc.
I bambini. Se li guardiamo meglio e da vicino, sono la perfezione. Mi viene in mente una cosa scritta da Rousseau nell'Emilio o Dell'educazione che dopo 250 anni è ancora un classico insuperabile sull'educazione naturale che comincia dalla nascita e che insegna a conoscere l’infanzia e rispettarla per quello che è. Qui si parla della bontà originaria della natura umana e chi guarda i bambini - per quanto birboncelli possano essere -non può che essere d'accordo.
Cito Rousseau:
Tout est bien, sortant des mains de l'Auteur des choses; tout dégénere entre les mains de l'homme.
Tutto è buono quando esce dalle mani del Creatore, tutto degenera nelle mani dell'uomo.
Sapendo questo, cerchiamo di guastarli il meno possibile. :)
Ma non guardate solo la tranquillità idilliaca! Poco dopo... le scorribande con le bici, in monopattino, con lo skateboard, e le urla e gli strilli e le risate a crepapelle, e i brividi del nascondino in cantina (con tanto di fantasmi e bestie rare), e il rincorrersi col cane, ecc. ecc.
I bambini. Se li guardiamo meglio e da vicino, sono la perfezione. Mi viene in mente una cosa scritta da Rousseau nell'Emilio o Dell'educazione che dopo 250 anni è ancora un classico insuperabile sull'educazione naturale che comincia dalla nascita e che insegna a conoscere l’infanzia e rispettarla per quello che è. Qui si parla della bontà originaria della natura umana e chi guarda i bambini - per quanto birboncelli possano essere -non può che essere d'accordo.
Cito Rousseau:
Tout est bien, sortant des mains de l'Auteur des choses; tout dégénere entre les mains de l'homme.
Tutto è buono quando esce dalle mani del Creatore, tutto degenera nelle mani dell'uomo.
Sapendo questo, cerchiamo di guastarli il meno possibile. :)
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domenica 30 settembre 2012
San Michele, 2012
Anche quest'anno, nel nostro piccolo, abbiamo festeggiato S.Michele. E non per ragioni religiose, ma fondamentalmente per due motivi: per
mantenere intatta la celebrazione ciclica delle varie stagioni dell'anno e anche come pretesto per meditare su cose più
"alte".
Le feste, che vengono vissute sempre nello stesso periodo e
sempre in maniera più o meno uguale, conferiscono all'anno un preciso ritmo.
Dice Rudolf Steiner: " Il ritmo ha in sé vita, è il portatore della nostra
salute": poiché i bambini non sono in grado di sentire da sé questo ritmo
e dipendono dal mondo esteriore, è di grandissima importanza che siano aiutati
dagli adulti, con consapevolezza, a vivere in uno “sano ritmo”. Più la vita del
bambino scorre ritmicamente e con regolarità , asserisce Stenier, e più egli sì
svilupperà in modo sano. Con queste feste, celebrate anche con semplicità, i
bambini possono sperimentare profondamente, ma inconsciamente, le diverse
stagioni e capire la natura e i cambiamenti del mondo fisico, inoltre si
insegna a loro ad avere cura delle tradizioni e dei costumi religiosi e/o culturali
che sono una radice profonda e fondamentale nello sviluppo identitario e di
appartenenza di ogni piccolo individuo.
Cosa significa San Michele dal punto di vista simbolico?
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sabato 18 febbraio 2012
Oggi, 17 febbraio 2012: M'ILLUMINO DI MENO, giornata del risparmio energetico
Anche quest'anno abbiamo aderito alla campagna di sensibilizzazione M'illumino di meno, giunta all'ottava edizione, contro gli sprechi energetici e per la promozione dell'energia pulita. Ne abbiamo parlato un pò con i bambini, poi abbiamo spento simbolicamente tutte le luci ed elettrodomestici per un'ora e la favola serale l'abbiamo letta alla luce della candela...
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sabato 11 febbraio 2012
Uccellini del nostro giardino
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lunedì 17 ottobre 2011
Un esperimento: lana alla barbabietola
Si, sperimentare mi piace. Mi piace immaginare una cosa, adoperarmi per realizzarla e cercare di prevederne il risultato. Questa volta ho provato a tingere la lana con del colore naturale.
giovedì 9 giugno 2011
Referendum. Facciamo la nostra parte.
Mancano pochi giorni al Referendum e a costo di sembrare affetta da disturbi ossessivi vorrei parlarne ancora.
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lunedì 30 novembre 2009
L'Avvento - il tempo dell'attesa (1)
C'è del magico in questa attesa. Io non ci ho mai creduto e trovavo irritante e ridicolo lo scompiglio che creavano le feste natalizie. Ma poi ho messo al mondo due esserini, ho cominciato a mettermi per terra con loro a guardare il mondo dal basso, ho perso il mio sarcasmo e ho cominciato a credere alla magia (si, lo so, mi sono rincitrullita :).
Noi siamo laici e detestiamo quasiasi dogma e indottrinamento ideologico ma siamo profondamente religiosi nel senso in cui questa visione religiosa è radicata nell'educazione steineriana. Lì la religione è tradizione, la tradizione della vita famigliare che è indispensabile per la crescita sana ed equilibrata di ogni bambino, la religione è ciclicità e regolarità, la religione è fiaba, è un'elemento naturalemente presente nella visione animica del bambino, è quel senso profondo di appartenza a un tutto che dà sicurezza e equilibrio, cha fa sentire sereni e ben accetti.
Questa è la nostra corona dell'Avvento, minimale e scarna come piace a me. Le fatine sono le fate delle candele, sono i piccoli fuochi che illuminano il nostro dicembre. La candela si accende tutte le sere per il tempo della favola. Ma di questo ve ne parlerò un'altra volta.
Noi siamo laici e detestiamo quasiasi dogma e indottrinamento ideologico ma siamo profondamente religiosi nel senso in cui questa visione religiosa è radicata nell'educazione steineriana. Lì la religione è tradizione, la tradizione della vita famigliare che è indispensabile per la crescita sana ed equilibrata di ogni bambino, la religione è ciclicità e regolarità, la religione è fiaba, è un'elemento naturalemente presente nella visione animica del bambino, è quel senso profondo di appartenza a un tutto che dà sicurezza e equilibrio, cha fa sentire sereni e ben accetti.
Questa è la nostra corona dell'Avvento, minimale e scarna come piace a me. Le fatine sono le fate delle candele, sono i piccoli fuochi che illuminano il nostro dicembre. La candela si accende tutte le sere per il tempo della favola. Ma di questo ve ne parlerò un'altra volta.
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lunedì 8 giugno 2009
Frenesia
Giorni di attività frenetica per i rospi - hanno fatto e disfatto, tagliato, appiccicato, colorato, allagato, cucito, scritto, letto, addestrato e quant'altro.
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mercoledì 18 marzo 2009
Esperimenti domestici
Un piccolo progetto per rendere i bambini consapevoli dei "meccanismi" della natura. Fonte: AAM Terra Nuova di febbraio.

Per far comprendere ai bambini più piccoli in modo diretto e semplice il processo meraviglioso della germinazione si può fare un piccolo esperimento con quattro contenitori di plastica o vetro (si possono riciclare per esempio i vasetti di yoghurt per chi non lo autoproduce), con un pò di terra o terriccio e un pò di semi (di miglio o mais o lenticchie).
Si riempiono tutte e quattro contenitori di terra ma mentre il primo contenitore riceverà regolarmente acqua e luce, il secondo vasetto non avrà luce (si può coprire con un tovagliolo di stoffa), il terzo vasetto non riceverà acqua e il quarto non avrà aria (si può coprire con la pellicola trasparente).

A questo punto non ci resta che aspettare (e intanto imparare i ritmi della natura che non vanno forzati) ed osservare. Solo nel primo vasetto sarà germinata una bella piantina e di conseguenza sarà semplice giungere alla conclusione che per dar modo a tutte le specie vegetali di esprimersi e fiorire è necessaria la partecipazione di tutte e quattro elementi: terra, fuoco (cioè la luce del sole), aria e acqua. Se anche solo uno di questi elementi viene a mancare la vitalità del seme viene compromessa.
Beh, almeno in teoria. Le nostre dovevano essere delle lenticchie magiche perchè sono germogliate comunque, anche in presenza di carenze fondamentali.

Io ho concluso che la potenza della natura è incommensurabile.
I rospi hanno concluso che la fatine dei fiori hanno provveduto ad annaffiare i semini e curarli nella nostra assenza.
La loro teoria mi sta bene e tutto è bene quel che finisce bene. :)


Per far comprendere ai bambini più piccoli in modo diretto e semplice il processo meraviglioso della germinazione si può fare un piccolo esperimento con quattro contenitori di plastica o vetro (si possono riciclare per esempio i vasetti di yoghurt per chi non lo autoproduce), con un pò di terra o terriccio e un pò di semi (di miglio o mais o lenticchie).

Si riempiono tutte e quattro contenitori di terra ma mentre il primo contenitore riceverà regolarmente acqua e luce, il secondo vasetto non avrà luce (si può coprire con un tovagliolo di stoffa), il terzo vasetto non riceverà acqua e il quarto non avrà aria (si può coprire con la pellicola trasparente).

A questo punto non ci resta che aspettare (e intanto imparare i ritmi della natura che non vanno forzati) ed osservare. Solo nel primo vasetto sarà germinata una bella piantina e di conseguenza sarà semplice giungere alla conclusione che per dar modo a tutte le specie vegetali di esprimersi e fiorire è necessaria la partecipazione di tutte e quattro elementi: terra, fuoco (cioè la luce del sole), aria e acqua. Se anche solo uno di questi elementi viene a mancare la vitalità del seme viene compromessa.



I rospi hanno concluso che la fatine dei fiori hanno provveduto ad annaffiare i semini e curarli nella nostra assenza.
La loro teoria mi sta bene e tutto è bene quel che finisce bene. :)


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giovedì 12 marzo 2009
.Da grande voglio fare la contadina...

A 18 anni sognavo di diventare regista teatrale tale era il fascino che il teatro e la letteratura teatrale suscitava su di me. A 25 anni sognavo di fare il fotografo nelle zone disastrate della terra, di diventare una specie di portavoce per chi la voce non ce l’ha. A 30 anni, con due figli piccoli, sognavo semplicemente una notte tranquilla e due borse sotto gli occhi un pelo più discrete. A 33 anni, dopo aver speso circa 25 anni sui libri, ho capito la ragione della mia vita: volevo semplicemente coltivare un piccolo orto, realizzare marmellate con frutta appena colta e allevare delle galline e dei figli sereni e in salute. Volevo una vita più naturale, più sobria, più verde, più pulita per me e per la mia famiglia. Non si può certo dire che io sia un’arrampicatrice sociale.
La strada che conduce verso quell’idillio agreste è lunga e tutta in salita ma i primi passi li abbiamo fatti e continueremo imperterriti perché è quello che vogliamo. Abbiamo anche fatto delle considerazioni sull’effetto che queste scelte avranno sui nostri figli perché la loro educazione ci sta a cuore e perché il sottofondo culturale che condiziona la nostra visione del mondo viene assorbito soprattutto nei primi anni di vita, nell’infanzia. Gli archetipi che vengono trasmessi a livelli consci e inconsci sono di stampo materialista. Un materialismo senza criteri e senza etica che si nutre di consumismo e auspica la corsa verso l’aumento infinito della produzione industriale e dell’aumento di capitale e del PIL. Fanno parte di questo retaggio l’idea che la competizione sia una specie di “molla del progresso” e che la nostra specie è l’unica ad aver diritto di sacrificare altre specie sull’altare del progresso scientifico ed economico. Che fa se muoiono centinaia, migliaia di animali nei laboratori in condizioni disumane e tra dolori atroci se poi riusciamo produrre una crema che ci dona una pelle setosa e due rughe in meno?

Credo che sia abbastanza chiaro che tipo di corrente di pensiero tira da queste parti. Ecco, proprio questo tipo di trasmissione culturale che vorrei interrompere nello sviluppo intellettivo e sentimentale dei miei figli. Non pretendo di trovare la strada da sola, allora leggo molto, m’informo, cerco idee da condividere, da applicare. Ho trovato molta ispirazione e rassicurazione nella pedagogia steineriana. Curiosando altrove ho trovato un libricino: Fritjof Capra – Ecoalfabeto. L’orto dei bambini (che in realtà è il testo della conferenza “Un orto in ogni scuola: coltivare un senso della stagione e del luogo” a Liverpool nel lonatno 1999). Alla domanda come fare ad insegnare ai bambini i fondamenti dell’ecologia profonda fin dai primi anni di vita, quell’ecologia che rispetta la vita in tutte le sue forme e che contiene un’etica saggia e giusta, la risposta di Capra è molto semplice ed efficace: impiantare un orto. La coltivazione di un orto sviluppa la consapevolezza delle connessioni, dei principi di base dell’ecologia profonda e del pensiero sistemico. È il luogo ideale per riportare “i massimi sistemi qui sulla Terra”: in un orto, coltivando la terra, cercando di ottenere da essa il nutrimento, siamo posti di fronte alla nostra realtà più profonda di esseri che dipendono completamente dall’ecosistema di cui fanno parte.

Coltivando la terra si inizia a intuire un po’ quella saggezza antica che ne è alla base. Attraverso la coltivazione dell’orto i bambini arrivano a comprendere, ma soprattutto a vivere, i fenomeni legati alla rete della vita, al flusso dell’energia e ai cicli della natura. Questa comprensione, oggi più che mai, è indispensabile perché la ciclicità della natura è in netta opposizione con la linearità dei sistemi industriali e commerciali. E mentre un sistema lineare genera l’ossessione per una crescita economica illimitata al di là del buon senso, in un sistema ciclico è un fatto naturale che ogni cosa abbia la sua stagione, che mentre alcune cose crescono, altre devono di necessità decrescere: il pianeta è limitato, non tutto può crescere simultaneamente. Un sistema lineare, come quello industriale, genera rifiuti, un sistema ciclico reintegra ogni cosa all’interno del flusso energetico, senza mai lasciarsi dietro rifiuti inquinanti.

Ecco cosa può insegnare ai bambini un orto. Col tempo capiranno che è un fatto naturale e logico riutilizzare ogni cosa, che le foglie cadute, gli scarti alimentari servono per preparare un terreno vitale e che in natura non esistono nemmeno i rifiuti in quanto tali, perché gli scarti di una specie sono l’alimento di un’altra. Coltivare i frutti della terra riporta i bambini non solo alle fonti del cibo, ma alle basi stesse della vita. Si semina, si coltiva l'orto, si raccoglie e poi si pianta ancora. Si svolgono nella pratica i cicli alimentari e si impara il ruolo delle piante verdi nel flusso di energia di sistemi più grandi. Il ciclo dell’acqua, il ciclo delle stagioni e gli altri cicli sono tutti collegati alla rete planetaria della vita. Si diventa consapevoli che noi stessi facciamo completamente parte della rete della vita.

I bambini imparano a dare il tempo alle cose, si impara ad aspettare a rispettare i tempi della natura. Imparano i cicli vitali di un organismo vivente (nascita – crescita – maturazione – declino – morte – il cambio generazionale ) e trarre le giuste conseguenze con naturalezza e senza traumi. Io credo che il bambino piccolo (età prescolare o nelle prime classi elementari) non avrà mai una conoscenza profonda della natura attraverso dei concetti astratti, nemmeno con tutti quei bellissimi libri ed enciclopedie illustrati ma dategli una zappa in mano e svilupperà un rapporto autentico ed emotivo con la natura e un senso di responsabilità verso la terra.

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