In occasione di queste ricorrenze mi rendo conto del veloce passare del tempo. Rivedo i nostri festeggiamenti di tre anni fa, di due anni fa e mi chiedo: ma come hanno fatto i bambini a crescere così in fretta?! E noi... cosa abbiamo fatto nel frattempo? Li abbiamo educati, protetti, amati a sufficienza? Sono domande che ogni genitore si deve porre di quando in quando per diventare più cosciente, nel bene e nel male. Ecco, oltre ad aver fabbricato le nostre lanterne, questo S. Martino era un pretesto anche per alcune riflessioni.
Ma torniamo alla festa. Si narra che in una giornata d'autunno il cavaliere Martino, uscendo dalle porte della città francese di Amiens, dove viveva, si accorse di un povero vecchio quasi nudo e infreddolito. Davanti a tale povertà, Martino, prese la sua spada e tagliò il suo caldo mantello di lana per donarlo al poveretto. Il sole a quel punto si mise a scaldare come in estate.
Le lanterne che abbiamo preparato anche quest'anno verranno accese ogni sera come rito della buonanotte, fino all'arrivo del Natale: la lanterna rappresenta il calore dell'estate che teniamo con noi e che ci riscalda nel freddo dell'inverno.
Quest'anno abbiamo scelto di fare delle lanterne meno elaborate e ci siamo ispirati a quelle di Ester: abbiamo incollato vari pezzettini di carta velina in modo irregolare su dei barattoli di vetro, dopo aver creato alcuni strati abbiamo aggiunto qualche foglia secca che abbiamo raccolto nel bosco durante la passeggiata pomeridiana, poi abbiamo ricoperto il tutto con un altro strato di carta. I bambini si sono divertiti ad aggiungere anche qualche macchia di colore.
Vi lascio le immagini delle nostre lanterne degli anni precedenti:
e una poesia:
La leggenda di san Martino di N. Giustino
Umido e freddo spunta il mattino, ed a cavallo va San MartinoQuand’ecco appare un mendicante, lacero e scalzo vecchio e tremanteIl cavaliere mosso a pietà, vorrebbe fargli la caritàMa nella borsa non ha un quattrino, e allora dice: “Oh poverino!Mi spiace nulla io posso darti, ma tieni questo per riscaldarti.”Divide in due il suo mantello, metà ne dona al poverello.Il sole spunta e brilla in cielo, caccia la nebbia con il suo velo.E San Martino continua il viaggio, sempre allietato dal caldo raggio.
Nero il cielo era; la pioggia fitta al suol precipitavanè una casa nè una roggia al meschin si presentavaavanzava sconfortato, le sue gambe eran tremantiecco un giovane soldato si presenta a lui davantisnello biondo ardito e bello, ei sta ritto sul cavalloguarda e subito il mantello svelto taglia senza fallone dà mezzo al poveretto, che l’indossa, e il donatorefissa. Dice ”Benedetto, sia per sempre il tuo buon cuore.”Freddo non aveva più, e Martino se ne andavaora non pioveva più, ecco il cielo rischiaravariapparì smagliante il sole, s’udì dolce un’armoniagelsomini, rose, viole, infioravano la via.
3 commenti:
Che bella l'idea delle lanterne di San Martino :) D'autunno e d'inverno le candele e i lumini sono così accoglienti che non si può proprio farne a meno!
Ottima idea per fare conoscere l'autunno ai bambini, ma anche ai grandi
non non abbiamo mai festeggiato san martino pur vivendo nella via omonima, come minimo ora dobbiamo fare lanterne e iniziare a festeggiarlo, a nome nostro e di tutti i dirimpettai.....quindi grazie per l'idea!!!!
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