domenica 11 novembre 2012

San Martino 2012


In occasione di queste ricorrenze mi rendo conto del veloce passare del tempo. Rivedo i nostri festeggiamenti di tre anni fa, di due anni fa e mi chiedo: ma come hanno fatto i bambini a crescere così in fretta?! E noi... cosa abbiamo fatto nel frattempo? Li abbiamo educati, protetti, amati a sufficienza? Sono domande che ogni genitore si deve porre di quando in quando per diventare più cosciente, nel bene e nel male. Ecco, oltre ad aver fabbricato le nostre lanterne, questo S. Martino era un pretesto anche per alcune riflessioni. 

Ma torniamo alla festa. Si narra che in una giornata d'autunno il cavaliere Martino, uscendo dalle porte della città francese di Amiens, dove viveva, si accorse di un povero vecchio quasi nudo e infreddolito. Davanti a tale povertà, Martino, prese la sua spada e tagliò il suo caldo mantello di lana per donarlo al poveretto. Il sole a quel punto si mise a scaldare come in estate.

Le lanterne che abbiamo preparato anche quest'anno verranno accese ogni sera come rito della buonanotte, fino all'arrivo del Natale: la lanterna rappresenta il calore dell'estate che teniamo con noi e che ci riscalda nel freddo dell'inverno. 







Quest'anno abbiamo scelto di fare delle lanterne meno elaborate e ci siamo ispirati a quelle di Ester: abbiamo incollato  vari pezzettini di carta velina in modo irregolare su dei barattoli di vetro, dopo aver creato alcuni strati abbiamo aggiunto qualche foglia secca che abbiamo raccolto nel bosco durante la passeggiata pomeridiana, poi abbiamo ricoperto il tutto con un altro strato di carta. I bambini si sono divertiti ad aggiungere anche qualche macchia di colore. 


Vi lascio le immagini delle nostre lanterne degli anni precedenti:




e una poesia:

La leggenda di san Martino di N. Giustino

Umido e freddo spunta il mattino, ed a cavallo va San Martino
Quand’ecco appare un mendicante, lacero e scalzo vecchio e tremante
Il cavaliere mosso a pietà, vorrebbe fargli la carità
Ma nella borsa non ha un quattrino, e allora dice:  “Oh poverino!
Mi spiace nulla io posso darti, ma tieni questo per riscaldarti.”
Divide in due il suo mantello, metà ne dona al poverello.
Il sole spunta e brilla in cielo, caccia la nebbia con il suo velo.
E San Martino continua il viaggio, sempre allietato dal caldo raggio.

Nero il cielo era; la pioggia fitta al suol precipitava
nè una casa nè una roggia al meschin si presentava
avanzava sconfortato, le sue gambe eran tremanti
ecco un giovane soldato si presenta a lui davanti
snello biondo ardito e bello, ei sta ritto sul cavallo
guarda e subito il mantello svelto taglia senza fallo
ne dà mezzo al poveretto, che l’indossa, e il donatore
fissa. Dice ”Benedetto, sia per sempre il tuo buon cuore.”
Freddo non aveva più, e Martino se ne andava
ora non pioveva più, ecco il cielo rischiarava
riapparì smagliante il sole, s’udì dolce un’armonia
gelsomini, rose, viole, infioravano la via.

3 commenti:

Robin ha detto...

Che bella l'idea delle lanterne di San Martino :) D'autunno e d'inverno le candele e i lumini sono così accoglienti che non si può proprio farne a meno!

IsabelC. ha detto...

Ottima idea per fare conoscere l'autunno ai bambini, ma anche ai grandi

neveverde ha detto...

non non abbiamo mai festeggiato san martino pur vivendo nella via omonima, come minimo ora dobbiamo fare lanterne e iniziare a festeggiarlo, a nome nostro e di tutti i dirimpettai.....quindi grazie per l'idea!!!!

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