Oggi, dopo una settimana di prigionia forzata, finalmente il tempo ci ha permesso di uscire in giardino. Ho cacciato fuori anche i due rospi variccelosi a sfogarsi a dovere: hanno pasticciato con la terra, piantato una piantina di ribes, seminato un pò di semi, costruito una casetta per le fate e gli gnomi con i ramoscelli, foglie e fiori (l'hanno anche profumata con foglie fresche di mentuccia :), si sono arrampicati sugli alberi, ad un certo punto si sono anche azzuffati. Un vero e proprio sfogo. E se ci penso che la rospa fino a ieri aveva la febbre, stava malissimo, non mangiava ed era triste e che le nonne si sono raccomandate di tenerla in casa al calduccio fino a natale circa, perchè per l'amor di dio, si ammala gravemente, ecc. Io l'ho fatta uscire, si è divertita, ha ripreso colore, ha riacquistato l'appetito e stasera non ha più avuto la febbre. Non è che voglio avere sempre ragione io, ma questa volta sono contenta di aver dato ascolto al mio istinto. Il rospo invece sta bene. Tutto a pois, ma è bellissimo.
domenica 29 marzo 2009
sabato 28 marzo 2009
EARTH HOUR. Un piccolo post it...
per gli sbadati come me.
Ricordiamoci della campagna globale del WWF per il clima che farà spegnere simbolicamente le luci delle città di tutto il mondo tra le 20.30 e le 21.30: dal Colosseo e il Quirinale a Roma, al Golden Gate Bridge a San Francisco con l’obiettivo di raggiungere un miliardo di adesioni, coinvolgendo mille metropoli per lanciare un messaggio planetario a tutti i governi sulla necessità di tagliare le emissioni di gas serra.
L’Earth Hour, partita da Sydney nel 2007 con il coinvolgimento dei suoi 2,2 milioni di abitanti, l'anno scorso è letteralmente esplosa ed arrivata a decine di milioni di persone in tutto il mondo. L’idea è stata quella di coinvolgere nello stesso giorno dell’anno e per un’ora quante più persone possibili ai capi opposti del mondo, unite in un simbolico ed eloquente messaggio: tagliare le emissioni inquinanti e agire per fermare i cambiamenti climatici.
Si tratta di veramente poco, si tratta di compiere un gesto simbolico ma anche concreto di lotta ai cambiamenti climatici. Chi c'è?
Per aderire: www.earthhour.org
Ricordiamoci della campagna globale del WWF per il clima che farà spegnere simbolicamente le luci delle città di tutto il mondo tra le 20.30 e le 21.30: dal Colosseo e il Quirinale a Roma, al Golden Gate Bridge a San Francisco con l’obiettivo di raggiungere un miliardo di adesioni, coinvolgendo mille metropoli per lanciare un messaggio planetario a tutti i governi sulla necessità di tagliare le emissioni di gas serra.
L’Earth Hour, partita da Sydney nel 2007 con il coinvolgimento dei suoi 2,2 milioni di abitanti, l'anno scorso è letteralmente esplosa ed arrivata a decine di milioni di persone in tutto il mondo. L’idea è stata quella di coinvolgere nello stesso giorno dell’anno e per un’ora quante più persone possibili ai capi opposti del mondo, unite in un simbolico ed eloquente messaggio: tagliare le emissioni inquinanti e agire per fermare i cambiamenti climatici.
Si tratta di veramente poco, si tratta di compiere un gesto simbolico ma anche concreto di lotta ai cambiamenti climatici. Chi c'è?
Per aderire: www.earthhour.org
venerdì 27 marzo 2009
In quanto alla spiritualità...
la nostra famiglia non è messa proprio bene. Tranne forse il papàrospo che alla faccia di tutta la sua famiglia devota, anzi tutto il paese devoto in cui è nato già da piccolo si era rifiutato di credere a tutto quello che si avvicinasse al trascendentale. Forse era l'unico bambino a rifiutarsi di fare la cresima e riti simili in tutta la zona e parlo di zone in cui i bambini vengono indottrinati ancor prima di svezzarli e crescono sapendo che l'unica via da percorrere è quella dei genitori, dei nonni, dei bisnonni. Perciò lui è un convinto ateo, è a posto.
Anch'io sono stata indottrinata da quando sono nata ma essendo protestante si è trattato sempre di un indottrinamento più blando. Finchè mia mamma mi portava in chiesa ero tentata a credere a ciò che mi veniva raccontato, ero affascinata dalle storie della bibbia. Ma poi sono cresciuta, mi sono affacciata sul mondo con occhi diversi, ho visto delle guerre inutili in cui muoiono bambini innocenti. Ho visto delle guerre silenti in cui muoiono centinaia di bambini di fame, di sete, di banali malattie, di maltrattamenti, di ingiustizie. Vecchi, donne, uomini. Allora ho perso la fede. Un dio giusto non potrebbe mai permettere che succeda tutto ciò. Mi si è creato un vuoto. Da allora sono sempre segretamente e perennemente in ricerca di qualcosa che dia un senso alle cose e che vada oltre le teorie darwiniane.
Da quando i rospi sono cresciuti e hanno cominciato a ragionare mi vengono i sudori freddi quando toccano la questione dio, l'aldilà e cose simili. E siccome sono sempre stata affascinata dalle religioni dell'India e in particolare dall'idea della reincarnazione allora un giorno cominciai a racconare a loro su come dopo la morte fisica l'anima o lo spirito di una persona potrebbe rinascere in un altro corpo. Ma viste le loro reazioni ho subito fatto due passi indietro.
Un giorno trovo il rospo treenne pericolosamente in bilico sulla balaustra del balcone. Io quasi svengo dalla paura e mi riprometto di stargli alle calcagna e non mollarlo fino al compimento della maggiore età, ma lui mi sorride serafico:
'Tanto se muoio rinasco un'altra cosa.'
Un pò di giorni dopo ascolto una conversazione serale dei rospi:
Rospa: 'Ma se io un giorno muoio chissà cosa diventerò? Va bene tutto ma non voglio diventare un'aspiravolvere. No, un'aspirapolvere no!'
Rospo: 'Se io muoio io diventerò un cavallo nero potente.'
Rospa: 'Ma poi anche i cavalli muoiono. Allora forse meglio essere un'aspiravolvere.'
A questo punto papàrospo prende in mano le redini della situazione e dice loro la cruda verità, noi che siamo polvere e polvere torniamo, ecc. Faccio giusto in tempo a cambiare discorso quando arriva alla parte in cui i vermi fanno il loro lavoro, altrimenti non gli avrebbe risparmiato nemmeno i dettagli più scabrosi della decomposizione pur di evitare che il rospo si lanci dal balcone per vedere cosa rinasce.
Insomma, siamo messi male. Il peggio è, che i nostri figli, gli unici a non fare religione a scuola (in una scuola statale di un paese laico mi pare ovvio poter scegliere di non farlo), comunque tornano a casa che sanno tutto su Gesù, Maria e peccati mortali. Anzi l'altro giorno mio figlio ha dato una versione sua dell'aldilà (in realtà volevo raccontare solo questa cosa ma poi è venuta fuori tutta quella premessa interminabile):
'Mamma, sai cosa succede quando moriamo? Se abbiamo fatto i bravi, allora un angioletto ci porta a casa sua e stiamo lì. Se abbiamo fatto i cattivi l'angioletto non ci vuole, allora arriva un diavolo brutto, ci porta nella sua caverna, chiama i suoi amici e ci dà un sacco di botte.'
Allora io alzo le braccia. Che sia. Finchè è esortato a stare 'buono' facciamolo fare, intanto io continuo a temporeggiare sulla questione.
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giovedì 26 marzo 2009
Siamo tornati da Firenze...
...stanchi, un pò raffreddati e i rospi pieni di bollicine. Si, hanno un tempismo perfetto - si sono fatti uscire le bollicine della varicella proprio il sabato sera.
Comunque, nonostante tutto siamo stati bene. Abbiamo sofferto il freddo polare e l'umidità perenne tipica di Firenze, ci siamo riempiti i polmoni di smog, abbiamo preso tanti aperitivi (che nel nostro nuovo stile di vita queste cose futili non sono contemplate), rivisiti un pò di amici, ci è scappato anche un conerto jazz (i rospi ne vanno matti), cose così.
Tanti mi avete chiesto delle foto delle due mostre in corso. Sono partita agguerrita intenzionata di fotografare tutto quello che è da fotografare, ma poi le circostanze m'hanno fatto fare tutt'altre cose. Ho pochi scatti di questa mostra ma non ho ancora scaricato le foto, non ho proprio avuto il tempo fisico. Dell'altra mostra non ho immagini, era troppo buio quando siamo arrivati ed eravamo stanchi e infreddoliti dopo una giornata in giro.
Nel frattempo le lenticchie magiche sono cresciute a dismisura - sempre per opera delle solite fatine. :)
Comunque, nonostante tutto siamo stati bene. Abbiamo sofferto il freddo polare e l'umidità perenne tipica di Firenze, ci siamo riempiti i polmoni di smog, abbiamo preso tanti aperitivi (che nel nostro nuovo stile di vita queste cose futili non sono contemplate), rivisiti un pò di amici, ci è scappato anche un conerto jazz (i rospi ne vanno matti), cose così.
Tanti mi avete chiesto delle foto delle due mostre in corso. Sono partita agguerrita intenzionata di fotografare tutto quello che è da fotografare, ma poi le circostanze m'hanno fatto fare tutt'altre cose. Ho pochi scatti di questa mostra ma non ho ancora scaricato le foto, non ho proprio avuto il tempo fisico. Dell'altra mostra non ho immagini, era troppo buio quando siamo arrivati ed eravamo stanchi e infreddoliti dopo una giornata in giro.
Nel frattempo le lenticchie magiche sono cresciute a dismisura - sempre per opera delle solite fatine. :)
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Dell'arancia non si butta via niente
E' la mia alternativa al maiale. Vi mostro come ho utilizzato tutte le parti di una cassa di arance biologiche che facciamo venire mensilmente dalla Sicilia attraverso il nostro piccolo GAS.
Non mi soffermo sulla possibilità di farci delle spremute e sui vari modi mi mangiarla come frutta perchè mi pare alquanto scontato.
Si sa quali sono le proprietà del succo fresco dell'arancia. Lo sappiamo che è ricchissimo di vitamine, che depura il sangue e migliora la digestione. Ma oltre le vitamine contiene anche calcio, fosforo e magnesio e facilita la formazione dei tessuti.
LA BUCCIA
Parto dalle molteplici usi della buccia - chiaramente solo nel caso delle arance bio. Ho trovato tante, tantissime idee intelligenti e sfiziosi in questo blog, la ricetta della scorzette di arancia al cioccolato è una di queste. Io ne vado matta perciò ho voluto provare subito.
L'utilizzo della buccia non è finito qui. Già che c'ero ho preparato qualche vasetto di scorze candite con il prodecimento di prima e bollendo i vasetti a bagno maria. Le uso nei ciambelloni, biscotti, budini e torte di ricotta. Anche nella crema ci sta bene.
Ho anche essiccato un pò di scorze d'arancia per farci delle tisane. E' molto semplice farlo: si devono pelare le arance e disporre le bucce ad asciugare in luogo ventilato per qualche giorno (anche sul termosifoni se sono accesi) rigirandole di tanto in tanto. Quando saranno asciugate, tritarle grossolanamente e conservarle in un barattolo. Dureranno almeno fino all'autunno, quando saranno nuovamente disponibili le arance fresche.
Si può fare un'ottima tisana anti-acidità (un cucchiaio di scorze d'arancia per una tazza d'acqua bollente da lasciare in infusione per 20 minuti e da assumere prima dei pasti) e anche un infuso digestivo (30 gr di buccia di mela, 30 gr di scorze d'arancia per una tazza, da lasciare in infusione per 10 minuti e da sorserggiare dopo i pasti per ovvi motivi).
In Corea la tisana di bucce d’arancia seccate è usata per alleviare la fatica e prevenire i raffreddori d’inverno. Questa tisana viene preparata con le bucce di arancia seccate, che vengono anche usate come ingrediente salutare nella medicina tradizionale erboristica. Con un profumo ricco e un alto contenuto di vitamina C, questa tisana è efficace nello stimolare l’appetito e nel migliorare l’aspetto della pelle.
Poi mi è stato segnalato da Zsu la ricetta della "polverina magica all'arancia". L'intero blog è fantastico, con ricette strepitose e foto da copertina, ci rimarrete incollati per ore sbavando.
Non mi soffermo sulla possibilità di farci delle spremute e sui vari modi mi mangiarla come frutta perchè mi pare alquanto scontato.
Si sa quali sono le proprietà del succo fresco dell'arancia. Lo sappiamo che è ricchissimo di vitamine, che depura il sangue e migliora la digestione. Ma oltre le vitamine contiene anche calcio, fosforo e magnesio e facilita la formazione dei tessuti.
LA BUCCIA
Parto dalle molteplici usi della buccia - chiaramente solo nel caso delle arance bio. Ho trovato tante, tantissime idee intelligenti e sfiziosi in questo blog, la ricetta della scorzette di arancia al cioccolato è una di queste. Io ne vado matta perciò ho voluto provare subito.
L'utilizzo della buccia non è finito qui. Già che c'ero ho preparato qualche vasetto di scorze candite con il prodecimento di prima e bollendo i vasetti a bagno maria. Le uso nei ciambelloni, biscotti, budini e torte di ricotta. Anche nella crema ci sta bene.
Ho anche essiccato un pò di scorze d'arancia per farci delle tisane. E' molto semplice farlo: si devono pelare le arance e disporre le bucce ad asciugare in luogo ventilato per qualche giorno (anche sul termosifoni se sono accesi) rigirandole di tanto in tanto. Quando saranno asciugate, tritarle grossolanamente e conservarle in un barattolo. Dureranno almeno fino all'autunno, quando saranno nuovamente disponibili le arance fresche.
Si può fare un'ottima tisana anti-acidità (un cucchiaio di scorze d'arancia per una tazza d'acqua bollente da lasciare in infusione per 20 minuti e da assumere prima dei pasti) e anche un infuso digestivo (30 gr di buccia di mela, 30 gr di scorze d'arancia per una tazza, da lasciare in infusione per 10 minuti e da sorserggiare dopo i pasti per ovvi motivi).
In Corea la tisana di bucce d’arancia seccate è usata per alleviare la fatica e prevenire i raffreddori d’inverno. Questa tisana viene preparata con le bucce di arancia seccate, che vengono anche usate come ingrediente salutare nella medicina tradizionale erboristica. Con un profumo ricco e un alto contenuto di vitamina C, questa tisana è efficace nello stimolare l’appetito e nel migliorare l’aspetto della pelle.
Poi mi è stato segnalato da Zsu la ricetta della "polverina magica all'arancia". L'intero blog è fantastico, con ricette strepitose e foto da copertina, ci rimarrete incollati per ore sbavando.
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giovedì 19 marzo 2009
Un'altra mostra...
Con la scusa di una nuova mostra e quella in corso che ancora non ho avuto modo di vedere (organizzata e istallata da una distanza di 500 km) stiamo trascorrendo un lungo fine settimana a Firenze. I rospi sono elettrizzati all'idea, credo che i figli campagnoli lo facciano di norma quando vanno in città.
Chi volesse/potesse passare a vedere una delle due mostre è più che benvenuto.
Anzì, domani all'aperitivo sarò al S.Ambrogio a rivedere vecchi amici e sabato al Twist Martini dove si svolge questa mostra. Se passate a quell'ora possiamo anche guardarci negli occhi e farci due chiacchiere. Chiaramente è un'invito rivolto a coloro che risiedono a Firenze.
Un felice fine settimana a tutti. :)
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mercoledì 18 marzo 2009
Esperimenti domestici
Un piccolo progetto per rendere i bambini consapevoli dei "meccanismi" della natura. Fonte: AAM Terra Nuova di febbraio.
Per far comprendere ai bambini più piccoli in modo diretto e semplice il processo meraviglioso della germinazione si può fare un piccolo esperimento con quattro contenitori di plastica o vetro (si possono riciclare per esempio i vasetti di yoghurt per chi non lo autoproduce), con un pò di terra o terriccio e un pò di semi (di miglio o mais o lenticchie).
Si riempiono tutte e quattro contenitori di terra ma mentre il primo contenitore riceverà regolarmente acqua e luce, il secondo vasetto non avrà luce (si può coprire con un tovagliolo di stoffa), il terzo vasetto non riceverà acqua e il quarto non avrà aria (si può coprire con la pellicola trasparente).
A questo punto non ci resta che aspettare (e intanto imparare i ritmi della natura che non vanno forzati) ed osservare. Solo nel primo vasetto sarà germinata una bella piantina e di conseguenza sarà semplice giungere alla conclusione che per dar modo a tutte le specie vegetali di esprimersi e fiorire è necessaria la partecipazione di tutte e quattro elementi: terra, fuoco (cioè la luce del sole), aria e acqua. Se anche solo uno di questi elementi viene a mancare la vitalità del seme viene compromessa.
Beh, almeno in teoria. Le nostre dovevano essere delle lenticchie magiche perchè sono germogliate comunque, anche in presenza di carenze fondamentali.
Io ho concluso che la potenza della natura è incommensurabile.
I rospi hanno concluso che la fatine dei fiori hanno provveduto ad annaffiare i semini e curarli nella nostra assenza.
La loro teoria mi sta bene e tutto è bene quel che finisce bene. :)
Per far comprendere ai bambini più piccoli in modo diretto e semplice il processo meraviglioso della germinazione si può fare un piccolo esperimento con quattro contenitori di plastica o vetro (si possono riciclare per esempio i vasetti di yoghurt per chi non lo autoproduce), con un pò di terra o terriccio e un pò di semi (di miglio o mais o lenticchie).
Si riempiono tutte e quattro contenitori di terra ma mentre il primo contenitore riceverà regolarmente acqua e luce, il secondo vasetto non avrà luce (si può coprire con un tovagliolo di stoffa), il terzo vasetto non riceverà acqua e il quarto non avrà aria (si può coprire con la pellicola trasparente).
A questo punto non ci resta che aspettare (e intanto imparare i ritmi della natura che non vanno forzati) ed osservare. Solo nel primo vasetto sarà germinata una bella piantina e di conseguenza sarà semplice giungere alla conclusione che per dar modo a tutte le specie vegetali di esprimersi e fiorire è necessaria la partecipazione di tutte e quattro elementi: terra, fuoco (cioè la luce del sole), aria e acqua. Se anche solo uno di questi elementi viene a mancare la vitalità del seme viene compromessa.
Beh, almeno in teoria. Le nostre dovevano essere delle lenticchie magiche perchè sono germogliate comunque, anche in presenza di carenze fondamentali.
Io ho concluso che la potenza della natura è incommensurabile.
I rospi hanno concluso che la fatine dei fiori hanno provveduto ad annaffiare i semini e curarli nella nostra assenza.
La loro teoria mi sta bene e tutto è bene quel che finisce bene. :)
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lunedì 16 marzo 2009
Un fine settimana da contadini
Come ho detto prima nel mio futuro c'è la terra.
Sabato, insieme al signor marito, abbiamo frequentato la parte teorica di un corso di potatura dell'olivo. Perchè, nel mio approccio sentimentale, ogni albero che pianti è una creatura che adotti, allora devi imparare a prendertene cura. Abbiamo intenzione di impiantare un piccolo uliveto per l'autoproduzione dell'olio e tra meno di dieci giorni ci arrivano 36 "cuccioli d'albero dell'olio" (detto nel gergo rospesco) per cui era proprio il caso di (ri)metterci a studiare. Domenica mattina abbiamo messo in pratica con forbici in mano quello che abbiamo assimilato il giorno prima.
Sabato ho anche raccolto i miei primi spinaci. Una soddisfazione!
Domenica pomeriggio abbiamo impiantato il nostro piccolo frutteto di 27 alberi da frutto tra meli, peri (per di più varietà autoctone o antiche più adatte all'agricoltura biologica), cilieggi, amarene, peschi, albicocchi, nespoli, mandorli, melograni e gelsi.
Sono proprio felice. Stanca ma felice. Cresceranno insieme ai nostri bambini, si nutriranno a vicenda.
Sabato, insieme al signor marito, abbiamo frequentato la parte teorica di un corso di potatura dell'olivo. Perchè, nel mio approccio sentimentale, ogni albero che pianti è una creatura che adotti, allora devi imparare a prendertene cura. Abbiamo intenzione di impiantare un piccolo uliveto per l'autoproduzione dell'olio e tra meno di dieci giorni ci arrivano 36 "cuccioli d'albero dell'olio" (detto nel gergo rospesco) per cui era proprio il caso di (ri)metterci a studiare. Domenica mattina abbiamo messo in pratica con forbici in mano quello che abbiamo assimilato il giorno prima.
Sabato ho anche raccolto i miei primi spinaci. Una soddisfazione!
Domenica pomeriggio abbiamo impiantato il nostro piccolo frutteto di 27 alberi da frutto tra meli, peri (per di più varietà autoctone o antiche più adatte all'agricoltura biologica), cilieggi, amarene, peschi, albicocchi, nespoli, mandorli, melograni e gelsi.
Sono proprio felice. Stanca ma felice. Cresceranno insieme ai nostri bambini, si nutriranno a vicenda.
giovedì 12 marzo 2009
.Da grande voglio fare la contadina...
A 18 anni sognavo di diventare regista teatrale tale era il fascino che il teatro e la letteratura teatrale suscitava su di me. A 25 anni sognavo di fare il fotografo nelle zone disastrate della terra, di diventare una specie di portavoce per chi la voce non ce l’ha. A 30 anni, con due figli piccoli, sognavo semplicemente una notte tranquilla e due borse sotto gli occhi un pelo più discrete. A 33 anni, dopo aver speso circa 25 anni sui libri, ho capito la ragione della mia vita: volevo semplicemente coltivare un piccolo orto, realizzare marmellate con frutta appena colta e allevare delle galline e dei figli sereni e in salute. Volevo una vita più naturale, più sobria, più verde, più pulita per me e per la mia famiglia. Non si può certo dire che io sia un’arrampicatrice sociale.
La strada che conduce verso quell’idillio agreste è lunga e tutta in salita ma i primi passi li abbiamo fatti e continueremo imperterriti perché è quello che vogliamo. Abbiamo anche fatto delle considerazioni sull’effetto che queste scelte avranno sui nostri figli perché la loro educazione ci sta a cuore e perché il sottofondo culturale che condiziona la nostra visione del mondo viene assorbito soprattutto nei primi anni di vita, nell’infanzia. Gli archetipi che vengono trasmessi a livelli consci e inconsci sono di stampo materialista. Un materialismo senza criteri e senza etica che si nutre di consumismo e auspica la corsa verso l’aumento infinito della produzione industriale e dell’aumento di capitale e del PIL. Fanno parte di questo retaggio l’idea che la competizione sia una specie di “molla del progresso” e che la nostra specie è l’unica ad aver diritto di sacrificare altre specie sull’altare del progresso scientifico ed economico. Che fa se muoiono centinaia, migliaia di animali nei laboratori in condizioni disumane e tra dolori atroci se poi riusciamo produrre una crema che ci dona una pelle setosa e due rughe in meno?
Credo che sia abbastanza chiaro che tipo di corrente di pensiero tira da queste parti. Ecco, proprio questo tipo di trasmissione culturale che vorrei interrompere nello sviluppo intellettivo e sentimentale dei miei figli. Non pretendo di trovare la strada da sola, allora leggo molto, m’informo, cerco idee da condividere, da applicare. Ho trovato molta ispirazione e rassicurazione nella pedagogia steineriana. Curiosando altrove ho trovato un libricino: Fritjof Capra – Ecoalfabeto. L’orto dei bambini (che in realtà è il testo della conferenza “Un orto in ogni scuola: coltivare un senso della stagione e del luogo” a Liverpool nel lonatno 1999). Alla domanda come fare ad insegnare ai bambini i fondamenti dell’ecologia profonda fin dai primi anni di vita, quell’ecologia che rispetta la vita in tutte le sue forme e che contiene un’etica saggia e giusta, la risposta di Capra è molto semplice ed efficace: impiantare un orto. La coltivazione di un orto sviluppa la consapevolezza delle connessioni, dei principi di base dell’ecologia profonda e del pensiero sistemico. È il luogo ideale per riportare “i massimi sistemi qui sulla Terra”: in un orto, coltivando la terra, cercando di ottenere da essa il nutrimento, siamo posti di fronte alla nostra realtà più profonda di esseri che dipendono completamente dall’ecosistema di cui fanno parte.
Coltivando la terra si inizia a intuire un po’ quella saggezza antica che ne è alla base. Attraverso la coltivazione dell’orto i bambini arrivano a comprendere, ma soprattutto a vivere, i fenomeni legati alla rete della vita, al flusso dell’energia e ai cicli della natura. Questa comprensione, oggi più che mai, è indispensabile perché la ciclicità della natura è in netta opposizione con la linearità dei sistemi industriali e commerciali. E mentre un sistema lineare genera l’ossessione per una crescita economica illimitata al di là del buon senso, in un sistema ciclico è un fatto naturale che ogni cosa abbia la sua stagione, che mentre alcune cose crescono, altre devono di necessità decrescere: il pianeta è limitato, non tutto può crescere simultaneamente. Un sistema lineare, come quello industriale, genera rifiuti, un sistema ciclico reintegra ogni cosa all’interno del flusso energetico, senza mai lasciarsi dietro rifiuti inquinanti.
Ecco cosa può insegnare ai bambini un orto. Col tempo capiranno che è un fatto naturale e logico riutilizzare ogni cosa, che le foglie cadute, gli scarti alimentari servono per preparare un terreno vitale e che in natura non esistono nemmeno i rifiuti in quanto tali, perché gli scarti di una specie sono l’alimento di un’altra. Coltivare i frutti della terra riporta i bambini non solo alle fonti del cibo, ma alle basi stesse della vita. Si semina, si coltiva l'orto, si raccoglie e poi si pianta ancora. Si svolgono nella pratica i cicli alimentari e si impara il ruolo delle piante verdi nel flusso di energia di sistemi più grandi. Il ciclo dell’acqua, il ciclo delle stagioni e gli altri cicli sono tutti collegati alla rete planetaria della vita. Si diventa consapevoli che noi stessi facciamo completamente parte della rete della vita.
I bambini imparano a dare il tempo alle cose, si impara ad aspettare a rispettare i tempi della natura. Imparano i cicli vitali di un organismo vivente (nascita – crescita – maturazione – declino – morte – il cambio generazionale ) e trarre le giuste conseguenze con naturalezza e senza traumi. Io credo che il bambino piccolo (età prescolare o nelle prime classi elementari) non avrà mai una conoscenza profonda della natura attraverso dei concetti astratti, nemmeno con tutti quei bellissimi libri ed enciclopedie illustrati ma dategli una zappa in mano e svilupperà un rapporto autentico ed emotivo con la natura e un senso di responsabilità verso la terra.
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sabato 7 marzo 2009
Disperazione
Il rospo piccolo è proprio sconsolato:
- Io da grande voglio fare il cavalliere. Ma, mamma, come faccio ad avere un cavallo?!
- Io da grande voglio fare il cavalliere. Ma, mamma, come faccio ad avere un cavallo?!
(rospo piccolo, 4 anni 2 mesi)
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Errata corrige. Ho letto al rospo quello che ha detto lui stesso, ma pare che nel frattempo abbia cambiato piani a riguardo:
- No, non un cavallo! Io ho fatto un'altra idea. Io voglio avere un drago! Un drago che sputa il fuoco, un drago potentissimo.
Bene, cercheremo di accontentarlo. :)
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Errata corrige. Ho letto al rospo quello che ha detto lui stesso, ma pare che nel frattempo abbia cambiato piani a riguardo:
- No, non un cavallo! Io ho fatto un'altra idea. Io voglio avere un drago! Un drago che sputa il fuoco, un drago potentissimo.
Bene, cercheremo di accontentarlo. :)
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Camera con vista
Ecco cosa vedranno i nostri "cuccioli d'albero" (come li chiamano i rospi) dalla loro nuova dimora.
Ci sono arrivati una ventina di alberi da frutto dal vivaio (un'altro passo verso l'autosufficienza alimentare) e domani dovrebbe essere il grande giorno in cui tutti questi alberelli troveranno una dimora nel nostro giardino. Ma la situazione è incerta. Da giorni piove, la terra è diventata fango, il rospopapà è a 500 km di distanza per motivi di lavoro. Almeno il tempo fosse clemente con noi! Se qualcuno ha un buon santo nel paradiso si raccomanderebbe per noi? :)
Ci sono arrivati una ventina di alberi da frutto dal vivaio (un'altro passo verso l'autosufficienza alimentare) e domani dovrebbe essere il grande giorno in cui tutti questi alberelli troveranno una dimora nel nostro giardino. Ma la situazione è incerta. Da giorni piove, la terra è diventata fango, il rospopapà è a 500 km di distanza per motivi di lavoro. Almeno il tempo fosse clemente con noi! Se qualcuno ha un buon santo nel paradiso si raccomanderebbe per noi? :)
Buon fine settimana a tutti!
venerdì 6 marzo 2009
Lavoretti manuali (finger knitting)
Nella pedagogia steineriana l'educazione alla manualità, dare forma o vita con le proprie mani è una componente fondamentale. Steiner è convinto che l’attività manuale è alla pari di un qualsiasi lavoro intellettuale e che le dita abili producono agilità di pensiero. Sviluppare il senso del tatto, l'olfatto e il buon gusto ed esercitarsi a compiere certi movimenti in modo corretto aumenta le forze vitali del bambino e lo educa al rispetto, alla cura e al senso etico.
I rospi di casa mia hanno sempre scelto per istinto e per imitazione questo tipo di attività. Le piccole mani macinano il grano con le pietre, fanno le buche nel giardino, ammassano il pane, pasticciano, travasano, disegnano e dipingono, modellano delle statuine di pasta di sale, tessono, cuciono, fanno dei piccoli lavori di falegnameria - instancabilmente e con passione.
Qualche giorno fa grazie all’aiuto di Shelley e grazie a questo video sono riuscita a insegnare alla rospa a fare dei cordoncini di lana con i quali ha realizzato – tutta da sola – una sciarpa alla sua conigliona. Che soddisfazione!
Thanks a lot, Shelley! :)
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giovedì 5 marzo 2009
Pasta modellabile
Finalmente sono riuscita ad avere tutti gli ingredienti per fare la pasta modellabile in casa, tutti naturali e anche relativamente economici (il tutto mi è costato si e no 2 euro).
La ricetta:
2 tazze di farina
I bimbi erano eletrizzati all'idea di poter pasticciare già nella fase preparatoria. Hanno misurato, pesato, mischiato, controllato, girato, litigato, ricontrollato, sparso un pò di farina qua e là, canticchiato e in meno di mezz'ora è nata questa pasta morbidissima, al profumo di olio, senza coloranti e conservanti tossici che tenuta in frigorifero dovrebbe durare anche sei mesi.
E' talmente morbida e docile che i rospi l'hanno stesa con un mattarello e l'hanno trasformata in una specie di tabula rasa disegnandoci sopra con degli stuzzicadenti. Ho avuto mezz'ora di pace mentre loro sfogavano le loro passioni "pasticciatorie".
*una piccola nota sulla polvere di allume di potassio. Sono andata in farmacia per comprare un pò di polvere della suddetta sostanza. Il farmacista dopo avermi posto una carellata di domande ('Allume di potassio? Che èèèè??!! Che ci deve fà?') e dopo alcune telefonate agli "spacciatori" mi ha detto che gli dispiaceva, ma non poteva procurarmi "la polvere". Sono tornata a casa sconsolata ma poi ebbi l'illuminazione: vuoi vedere che io quella cosa ce l'ho? In effetti ho una pietra di allume che io uso come deodorante. In sostanza si tratta di un antibatterico naturale. E' ottima perchè non impedisce la normale sudorazione, non ostruisce i pori ma inibisce l’azione di quei batteri che sono la causa dei cattivi odori. Io lo consiglio a tutti: è ipoallergenico, adatto a tutti i tipi di pelle, non lascia tracce, elimina gli odori (anche l'odore del pesce o dell'aglio dalle mani), ha una proprietà cicatrizzante e fa regredire anche l'herpes labiale. Il rapporto qualità-prezzo è ottimo: un cristallo dura circa due anni e costa intorno ai 5 euro in erboristeria o nei mercatini bio. Il cristallo di potassio è un prodotto naturale ed ecologico, completamente biodegradabile e privo di sostanze chimiche. Fine dello spot pubblicitario. :)
Insomma ho spezzato una piccola parte del mio cristallo e l'ho triturato con il macinacaffè.
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E visto che ci sono, ecco un'idea di Claudia su come riciclare i pastelli a cera. Vedo comunque che si tratta di un riciclo abbastanza diffuso e questo mi fa piacere. Viene descritta questa procedura qui, qui e qui.
A questo punto posso anche andare a dormire. Buona notte. :)
La ricetta:
2 tazze di farina
1 tazza di sale fino
1/2 tazza di Maizena
2-3 cucchiai di olio
2 cucchiai di polvere di allume di potassio* o cremor tartaro (in farmacia)
acqua quanta ne serve (2 tazze circa)
coloranti alimentari
Mescolare gli ingredienti nell’ordine descritto sopra (senza i coloranti) e scaldare il tutto in un pentolino a fuoco medio per 3-4 minuti. Dividere l’impasto in parti corrispondenti al numero di colori che
avete a disposizione, poi aggiungere i coloranti. La quantità varierà in
base all’intensità di colore che desiderate ottenere.
E' talmente morbida e docile che i rospi l'hanno stesa con un mattarello e l'hanno trasformata in una specie di tabula rasa disegnandoci sopra con degli stuzzicadenti. Ho avuto mezz'ora di pace mentre loro sfogavano le loro passioni "pasticciatorie".
*una piccola nota sulla polvere di allume di potassio. Sono andata in farmacia per comprare un pò di polvere della suddetta sostanza. Il farmacista dopo avermi posto una carellata di domande ('Allume di potassio? Che èèèè??!! Che ci deve fà?') e dopo alcune telefonate agli "spacciatori" mi ha detto che gli dispiaceva, ma non poteva procurarmi "la polvere". Sono tornata a casa sconsolata ma poi ebbi l'illuminazione: vuoi vedere che io quella cosa ce l'ho? In effetti ho una pietra di allume che io uso come deodorante. In sostanza si tratta di un antibatterico naturale. E' ottima perchè non impedisce la normale sudorazione, non ostruisce i pori ma inibisce l’azione di quei batteri che sono la causa dei cattivi odori. Io lo consiglio a tutti: è ipoallergenico, adatto a tutti i tipi di pelle, non lascia tracce, elimina gli odori (anche l'odore del pesce o dell'aglio dalle mani), ha una proprietà cicatrizzante e fa regredire anche l'herpes labiale. Il rapporto qualità-prezzo è ottimo: un cristallo dura circa due anni e costa intorno ai 5 euro in erboristeria o nei mercatini bio. Il cristallo di potassio è un prodotto naturale ed ecologico, completamente biodegradabile e privo di sostanze chimiche. Fine dello spot pubblicitario. :)
Insomma ho spezzato una piccola parte del mio cristallo e l'ho triturato con il macinacaffè.
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E visto che ci sono, ecco un'idea di Claudia su come riciclare i pastelli a cera. Vedo comunque che si tratta di un riciclo abbastanza diffuso e questo mi fa piacere. Viene descritta questa procedura qui, qui e qui.
A questo punto posso anche andare a dormire. Buona notte. :)
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mercoledì 4 marzo 2009
Grazie, Roberta!
Oggi ho iniziato la giornata con questa bella sorpresa. E anche con questa dedica.
Grazie di cuore.
Grazie di cuore.
Io da parte mia ti dedico queste due calle, Roberta. :)
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