L'autunno 2014 è l'autunno della transizione più totale. Ricordate quella casa che volevo tanto, in mezzo al nulla, in mezzo al tutto che poi il terremoto l'ha resa inagibile? Si, quella. Ecco, dopo 5 anni e mezzo, dopo lotte contro la burocrazia, contro le ristrettezze, contro difficoltà di ogni genere, quella casa è stata demolita e finalmente ricostruita. Ora è una casa antisismica ed ecologica ed è pronta per essere abitata. Questo autunno è l'autunno della grande migrazione. Trasloco, un nuovo paese, una nuova scuola per i bambini, nuovi amici, nuovi ritmi di vita, una nuova aria da respirare. E' tutto da sistemare e da reinventare.
Quindi questo giardino è stato quasi del tutto abbandonato così come il mio vecchio giardino. Ho raccolto gli ultimi frutti che sono cresciuti nonostante le incurie. E' la natura che è forte e si prende cura di se stessa. Noi, umani, in fondo, siamo solo degli ospiti di passaggio.
lunedì 1 dicembre 2014
venerdì 3 ottobre 2014
Sognando la California
Amo i luoghi comuni. Mi diverto a metterli in ridicolo a volte, smontarli, rigirarli, smentirli oppure, alla fine, accettarne con serenità la veridicità e il fatto che anch’io, per quanto mi senta a volte un salmone che nuota controcorrente, in realtà faccio parte di un sentire e pensare comune. Pensando alla California è difficile non farsi influenzare da questi luoghi comuni che sono tanti e sono ben radicati nell’immaginario di tutti noi cresciuti a pane, amore e telefilm.
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lunedì 15 settembre 2014
una mattina di fine estate
Certe mattine sono cosi: prendi le scarpe da corsa e affronti la distanza, che ti piace pensarla infinita, che si stende davanti a te.
Certe mattine vivi la nascita del sole, il passaggio dal buio alla luce come un piccolo miracolo e di buon auspicio per tutta la tua vita.
Certe mattine basta riempire i polmoni di aria pulita e subito senti il corpo rinvigorirsi e riacquistare fiducia nelle proprie forze. Ed è allora che cominci a correre e vai incontro all'infinito e macini le distanze come se macinassi le preoccupazioni che affollano la tua esistenza.
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martedì 9 settembre 2014
[notizie dal mio comodino]
Stamani questo. E' l'ultima mattinata tranquilla, da domani si torna a scuola e questo cambierà i nostri ritmi di vita e le nostre priorità radicalmente - oltre gli altri grandi cambiamenti che avverranno e di cui vi parlerò. Quindi oggi solo questo, una piccola oasi di pace, un po' di tempo per me con un bel libro e qualche riflessione.
Philip Roth, Pastorale americana
#(ri)letture
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giovedì 21 agosto 2014
Correre è...
Oggi, dopo un pausa di due mesi, ho ripreso a correre. Correre per me, più che un allenamento fisico, è un continuo allenamento della mente, della volontà. Puoi se vuoi, è tutto li.
Correre è rafforzare la volontà e la tenacia.
Correre è non accettare nessuna sconfitta.
Correre è capire i propri limiti e superarli.
Correre è un dialogo continuo con se stessi.
Correre è superare la paura.
Correre è perseverare.
Correre è risolvere problemi fisici e conflitti interiori.
Correre è star bene.
E chi ha parlato solo di avere un sedere tonico? :)
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domenica 17 agosto 2014
Il mio giardino abbandonato
Rientro, in punta di piedi, in questo mio piccolo giardino da troppo tempo abbandonato. Vorrei tanto ricominciare a curarlo, a renderlo vitale e rigoglioso come ai vecchi tempi. E' che mi manca...
Inizierò con pochi semplici gesti cercando di ricreare una certa familiarità e regolarità raccontando piccoli accadimenti o non accadimenti con i mezzi con cui mi esprimo meglio, cioè per immagini. Un diario, o quasi.
Oggi: sole, spiaggia, bimbi, un libro ritrovato in cantina e letto 14 anni fa.
Sarà un caso o è il mio subconscio che gioca con me ma anche il romanzo di Banana Yoshimoto, riletto oggi sulla spiaggia, inizia con un giardino, elevato quasi a ruolo di personaggio. Ecco l'incipit:
Inizierò con pochi semplici gesti cercando di ricreare una certa familiarità e regolarità raccontando piccoli accadimenti o non accadimenti con i mezzi con cui mi esprimo meglio, cioè per immagini. Un diario, o quasi.
Oggi: sole, spiaggia, bimbi, un libro ritrovato in cantina e letto 14 anni fa.
Sarà un caso o è il mio subconscio che gioca con me ma anche il romanzo di Banana Yoshimoto, riletto oggi sulla spiaggia, inizia con un giardino, elevato quasi a ruolo di personaggio. Ecco l'incipit:
IL GIARDINO DI MANAKA.
Sin
da piccola ho sempre amato il giardino di casa mia. Non era
particolarmente grande, ma in rapporto alle dimensTRAioni della casa
ricopriva una superficie abbastanza ampia.
Mia
madre era appassionata di giardinaggio, così c’erano svariate piante
dai frutti commestibili, pietre ornamentali disposte in forme
complicate, e alberi che davano fiori in ogni stagione. Perciò il
giardino aveva diverse facce.
E
in quel piccolo mondo c’erano molti posti dove potevo sentirmi a mio
agio. Il giardino mi era molto caro, e da bambina mi sedevo o mi
stendevo direttamente per terra con tutti i vestiti.
Poi,
diventata grande, quando avevo il tempo di sedermi in giardino, portavo
sempre con me una stuoia da mettere sotto e qualcosa da bere.
Stai lì senza fare niente eppure non ti annoi, si stupivano mia
madre, mio padre e Hiroshi, e io davvero non mi annoiavo: guardavo il
cielo così vasto, poi il muschio e le formiche ai miei piedi, e quando
tornavo di nuovo a guardare il cielo, il suo colore e la posizione delle
nuvole erano cambiati. Osservavo per un po’ queste impercettibili
trasformazioni del mondo, poi guardavo la luce che colpiva la mia mano, e
in questo modo il tempo passava a una velocità impressionante.
A
forza di guardare nel corso degli anni sempre lo stesso paesaggio, ogni
tanto quando ero lì mi capitava di non sapere più che età avevo. Seduta
con la schiena appoggiata a una roccia, alzavo lo sguardo verso il
cielo, i grandi rami e le foglie, e poi lo posavo sulle formiche, i
ciottoli, la terra. Così facendo finivo col perdere anche il senso delle
mie dimensioni fisiche, e questo mi dava una grande felicità. A volte,
quando mia madre tornava dalla spesa e mio padre rientrava dal lavoro
prima del solito, mi trovavano in giardino. I miei genitori sapevano per
esperienza che quando il tempo era bello non mi piaceva stare in
camera. Nelle belle giornate ero già una parte del giardino. Entrando
dal cancello, mi salutavano senza nessuna sorpresa.
A
volte veniva anche Hiroshi. Ma lui non entrava mai dal cancello.
Scavalcava la palizzata di bambù. Siccome non ci vedeva molto bene, mi
guardava sempre con un’espressione incerta, socchiudendo gli occhi per
essere sicuro che fossi io. Sorridevo. Anche lui sorrideva. Tutta la
nostra storia, da quando ci eravamo incontrati la prima volta,
dall’infanzia fino all’età adulta, è scritta in quel sorriso. Quando si
fa la stessa cosa per molto tempo, si crea una strana profondità. I
nostri sorrisi ne sono un perfetto esempio. In un attimo siamo
attraversati da una comunicazione così profonda che è impossibile
immaginare qualcosa di più nuovo e più bello.
Quando
questo accade, mi sembra davvero di trovarmi in un luogo senza pareti e
senza soffitto. Noi, abbandonati da tutto, incluso lo scorrere del
tempo, soli al mondo, ci guardiamo negli occhi. Mi sembra di sentire una
musica, di aspirare il fresco odore dell’erba. Solo i sensi, solo i
nostri spiriti, in questo mondo senza pareti, sotto questo cielo
immenso, si confrontano. Senza età, senza distinzione di sesso, con una
sensazione di solitudine, ma di grande spazio.
Quando,
dovunque io sia, vengo presa dall’inquietudine, nel mio spirito ritorno
al giardino. Il giardino è il punto dal quale sono partite le mie
sensazioni, lo spazio, eternamente immutabile, dove trovo la misura
delle cose.
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giovedì 20 marzo 2014
E finalmente la primavera!
L’equinozio di primavera anche quest’anno cade il 20 di marzo, alle 17.57 in Italia, nel preciso istante in cui il Sole attraversa, passando dall’emisfero australe a quello boreale, l’ orizzonte celeste e tocca il cosiddetto punto vernale.
Felice primavera a tutti!
domenica 2 febbraio 2014
Oggi. Ossia come passare il tempo senza fare nulla di produttivo e non sentirsi in colpa
Giornata fredda, buia e piovosa oggi quindi non abbiamo messo piede fuori tutto il giorno. Abbiamo dormito fino a tardi, abbiamo acceso il fuoco nel camino e abbiamo messo in disordine il tavolo.
Certe domeniche d'inverno sono proprio così. Siamo recidivi... e siamo felici d'esserlo. :)
Certe domeniche d'inverno sono proprio così. Siamo recidivi... e siamo felici d'esserlo. :)
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lunedì 27 gennaio 2014
Ricordare per andare avanti
Nella Giornata della memoria che cade il 27 Gennaio ogni anno si ricorda la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico. Il 27 gennaio del 1945 i soldati dell’Armata Rossa giunsero ad Auschwitz, abbatterono i cancelli e liberarono i sopravvissuti. Si tratta di una vera e propria macchina di morte infernale messa in piedi dalla Germania nazista a scapito di milioni di uomini, donne e bambini. Di ebrei. Di zingari. Di omosessuali e disabili. Sono storie tragiche, dolorose, agghiaccianti, incomprensibili per chi non le abbia vissute ma sono storie vere. Non come la gelosia crudele della matrigna di Biancaneve, come la cattiveria calcolatrice dei genitori di Hansel e Gretel o come gli atti efferrati del serial killer Barbablù che i nostri bambini hanno conosciuto attraverso le più classiche delle favole. Li la paura è benefica, aiuta a sublimare paure reali che alla fine, attraverso la catarsi e un happy ending, aiutano a decifrare il mondo e la complessità dell'essere umano. No, la Shoah è storia tragicamente vera e per questo molto difficile da raccontare e da accettare. Non c'è catarsi, non c'è sublimazione, non c'è liberazione. Eppure va ricordata e spiegata a questi bambini che sono il futuro di quest'umanità che tanto ha sbagliato. Serve guardare indietro per poter guardare in avanti con consapevolezza e far si che questi tragici errori non siano mai più commessi.
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domenica 26 gennaio 2014
Nuovo anno, nuove transizioni
Sono molto silenziosa e apparentemente immobile questo periodo. In realtà sono in atto una serie di transizioni e rinascite di cui vi parlerò presto. Si crea, si costruisce, si va avanti. Si cerca di trovare una strada percorribile in questa nebbia fittissima che è l'incertezza del domani. D'altronde, se cerchiamo di vedere il mondo con positività, per quanto banale, è proprio vero: quando nulla è certo tutto è possibile.
Le temperature sono scese in questi giorni. Per fare queste foto mi si sono ghiacciate le mani e le orecchie. :)
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