Amo i luoghi comuni. Mi diverto a metterli in ridicolo a volte, smontarli, rigirarli, smentirli oppure, alla fine, accettarne con serenità la veridicità e il fatto che anch’io, per quanto mi senta a volte un salmone che nuota controcorrente, in realtà faccio parte di un sentire e pensare comune. Pensando alla California è difficile non farsi influenzare da questi luoghi comuni che sono tanti e sono ben radicati nell’immaginario di tutti noi cresciuti a pane, amore e telefilm.
Poi i libri! Da quando ho imparato a decodificare le lettere ho sempre letto tanto, ho divorato libri arrampicata sul grande noce nel giardino di mia nonna dove trascorrevo le estati. Quei libri mi facevano viaggiare tanto, nello spazio e nel tempo e spesso mi trovavo al di là dell’oceano a vivere con apprensione ed eccitazione le sorti dei protagonisti di turno. Le storie dei conflitti tra indiani e bianchi e i romanzi sociali e storici ambientati nel periodo della Guerra di indipendenza americana di J. F. Cooper oppure i racconti noir di E. A. Poe in cui scoprì con stupore il subconscio e una nuova estetica. Poi i versi di Walt Whitman e Emily Dickinson. E le avventure dei ragazzi di Mark Twain! Li adoravo. Poi il mondo delicatamente realistico di Henry James, la franchezza e lo stile secco di Hemingway. I polizieschi di Chandler e Hammett e i loro detective duri e senza scrupoli. L’amarezza e il senso di dissoluzione di Francis Scott Fitzgerald dell’età del proibizionismo e del jazz del dopoguerra americano. Ho amato le opere teatrali di O’Neil, Miller e Tennesse Williams e quando, da adolescente ho fatto parte di una compagnia teatrale, abbiamo vissuto a fondo il mondo immaginato da Edward Albee. All’università ho studiato letterature comparate tra cui letteratura inglese e americana quindi sono ritornata ancora e ancora in quelle terre leggendo T.S Eliot, Nabokov, Salinger, Updike e la Oates. Poi l’incontro con la beat generation! Ma questa è una storia a se.
Come sempre ho fatto la mia solita digressione, in questo sono inguaribile e senza speranze, perdonatemi.
(una delle ragioni) |
questa è una piccola sciocchezza pubblicata su Facebook:
San Francisco, Golden Bridge. Già che c'ero mi sono fatto un selfie. (...) Poi mi sono svegliata. |
[Ho deciso di partecipare al contest #californiadreambig di cui sono venuta a conoscenza grazie al team di TBDI Italy, una fiera dedicata al travel blogging mondiale che avrà luogo a Rimini dall’9 al 12 ottobre e alla quale parteciperò con un mio progetto nuovo di zecca legato ai viaggi ma di questo ve ne parlerò in separata sede. Nel frattempo incrociamo le dita...]
3 commenti:
uuuuuuhh!
Bella, la California!
Tifo per te, sì... ;)
Che sognatrice! Anche le immagini della California nella mia testa sono quelle che ho appreso da film, libri e serie tv: ora mi piacerebbe scoprire se la California è davvero così! Partecipo con te al #californiadreambig sperando di scoprirla assieme ;)
Anch'io ho sempre letto e sognato tanto...e per questo mai mi sono piaciuti i film tratti dai libri. Sono convinta che rappresentano l'immaginazione del regista che, ovviamente non coincide con altri lettori.
In bocca al lupo per la California, spero che vinca!!
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