venerdì 30 settembre 2011

San Michele

Ieri era 29 settembre, la festa di San Michele e noi, per la prima volta, nel nostro piccolo, l'abbiamo festeggiata.Come vi dicevo noi, come famiglia, viviamo una quotidianità fondamentalmente laica e stiamo alla larga da dogmi e dottrine ma sentiamo che il rituale delle celebrazioni dei santi presente nella pedagogia steineriana sia un bellissimo modo per ricordarci che non c'è solo la materia ma anche qualcosa di più: c'è la magia, c'è un mondo soprasensibile da scoprire, ci sono la fantasia e la meraviglia che si possono, si devono coltivare.


Come nelle scuola steineriane anche noi cerchiamo di vivere le stagioni, i ritmi dell'anno con attenzione  e consapevolezza, di ritrovare lo spirito e l'atmosfera di ogni periodo dell'anno. Seguendo i ritmi dell'anno solare, l'avvicendarsi delle stagioni, solstizi ed equinozi, vengono così vissuti come momenti ritmici di intenso significato. Festeggiamo con gioia la primavera e la Pasqua, la festa del Sole e il solstizio d'estate, San Martino e le sue luci, l'Avvento  e il Natale. E ora, tra le nostre tradizioni familiari c'è anche San Michele...




La festa di Michele avviene nel momento in cui declina l’estate e sopravviene l’autunno; questo silenzio e pace esteriore sono la condizione migliore per destare la coscienza personale e fare un lavoro di ricerca interiore, con la fiducia e la certezza che per quattro settimane tutte le potenze e saggezze cosmiche ci stanno aiutando.

“Cosa c’è in me che voglio cambiare?” E’ il momento migliore per farlo, per trovare la forza, il coraggio, la volontà. Questo lavoro interiore dà, di conseguenza, un contributo alla creazione di quel mondo nuovo che Michele auspica attraverso il simbolo del mappamondo, che vediamo in alcune sue immagini. Non solo, le azioni che noi poniamo in atto sulla terra si rispecchiano nel cielo.

La festa di Michele è dunque la festa della nostra resurrezione interiore. 
tratto da "Come sviluppare tutti i talenti del bambino", Autori Vari, Edizioni Red!
Noi l'abbiamo festeggiata con semplicità, con la rappresentazione della leggenda, con le mele rosse e il pane appena sfornato.


 La leggenda di San Giorgio

C'era una volta una città in cui tutta la gente era triste, perchè fuori dalle mura c'era un drago che ogni giorno pretendeva una fanciulla pura, senza macchia, altrimenti avrebbe distrutto l'intera città.
Ma ora non c'era, da sacrificare a lui, più nessuna fanciulla pura e senza macchia.
Rimaneva solo la figlia del re, e il re si rifiutava di dare al drago la sua unica figlia. La principessa però disse:"Devo andare dal drago, come hanno fatto tutte le fanciulle che sono dovute ma morire per la loro città. Io voglio che sia così anche per me".

Su nel Cielo, il Signore era rimasto a osservare, ma ora che il drago chiedeva proprio la principessa, chiamò il suo fedele angelo San Michele e gli disse :"Devi trovare un cavaliere sulle Terra che combatta il drago, prima che sia troppo tardi".
San Michele volò sulla Terra e iniziò la ricerca. Lontano, molto lontano, in un bianco castello in mezzo alla foresta, viveva un cavaliere chiamato Messer Giorgio.
Stava giusto sellando il suo cavallo, quando udì una voce dall'alto che gli diceva:"Devi cavalcare fino a una città in cui c'è un drago, e dovrai combattere contro questo drago prima che catturi la figlia del re".

Messer Giorgio spronò il suo cavallo e raggiunse la città proprio quando la principessa stava per essere condotta dal drago. "Aspettate!" gridò Messer Giorgio. "Lasciate che la principessa rimanga al castello. Io ucciderò il drago!" "Tu sei pazzo"; gridò la folla, "ti sputerà addosso fiamme e veleno!" Ma Messer Giorgio non aveva paura. Rabbonì il suo cavallo che si era innervosito e segretamente chiamo Michele, il fedele angelo del Signore. "Che devo fare quando il drago mi sputerà addosso fiamme e veleno?" gli chiese. "Indossa questo mantello della verità e guarda che cosa succede," fu la risposta. Subito, sulle sue spalle comparve un mantello azzurro.

Messer Giorgio cavalcò incontro al drago, che era furioso perchè la principessa non gli era stata portata.
Si lanciò sul cavaliere e sputò fiamme e veleno, ma Giorgio tenne il mantello della verità alto di fronte a sé.
Quando le fiamme e il veleno colpirono il mantello, vennero respinte indietro proprio negli occhi del drago, che rimase per un momento accecato. Allora diventò completamente pazzo di collera, e si lanciò ancora una volta sul cavaliere. Questa volta, però, riuscì a strappargli il mantello. Messer Giorgio allora sguainò la spada e colpì il drago. Ma quando la spada toccò il drago, essa si sbriciolò in mille pezzi.

Intanto gli abitanti della città, saliti sulle mura, osservavano trepidanti la lotta di Messer Giorgio contro il drago; quando videro la sua spada distrutta, il più coraggioso di loro disse:" Venite, dobbiamo andare ad aiutare Messer Giorgio". Così gli cavalcarono incontro, con la spada in pugno. Ma ogni volta che una spada colpiva il drago, si sbriciolava in mille pezzi. "Che cosa dobbiamo fare?" chiesere. "Dobbiamo chiedere l'aiuto di San Michele," disse Messer Giorgio.
Si rivolsero allora tutti a San Michele, che sentì la richiesta di aiuto e volò fino al Signore. Egli staccò un pezzo di sole e lo diede all'angelo. San Michele toccò con il pezzo di sole la spada di Messer Giorgio, e la spada tornò immediatamente intera. Ora risplendeva così luminosa che brillò su tutte le spade degli altri uomini coraggiosi, ed esse tornarono integre come prima. Allora gli uomini, guidati da Messer Giorgio, si lanciarono contro il drago, che venne accecato dalla luce della spada. Quando Messer Giorgio infilò la spada nel drago, questi si spaccò in mille pezzi, ucciso sul colpo.

Allora il re uscì dalla città con sua figlia e disse a Giorgio: "Tu ci hai salvati, Messer Giorgio, e come ricompensa avrai mia figlia e metà del mio regno". Tornarono alla città guidati da Messer Giorgio, con il re e la principessa, seguiti da tutti gli uomini coraggiosi che lo avevano aiutato.



tratto da "Come sviluppare tutti i talenti del bambino", Autori Vari, Edizioni Red!

10 commenti:

Anonimo ha detto...

beautiful! my little ones have those toys as well. they are much loved!!

Il Mondo Capovolto ha detto...

San Michele è il patrono della mia città :) mi piace il significato che hai dato a questa festa. Alla fine le feste religiose sono belle da ricordare sopratutto se dai ad ognuna un tuo proprio significato :)

E' bello leggerti Eniko :)

Lena ha detto...

Eniko ma che meraviglia le foto e emozioni che avete vissuto! Credo che ognuno partecipi alle feste con il proprio animo e le le proprie credenze...
Un abbraccio affettuoso

ersilia ha detto...

A proposito di tradizioni familiari,
avremo bisogno dei tuoi figli per fare l'albero di natale! Venite in città in dicembre?

singlemama ha detto...

grazie, enikö.
una nuova consapevolezza mi accompagnerà nelle prossime 4 settimane.

:-)

Perline e bottoni ha detto...

Il tuo modo di vivere la famiglia mi affascina, così come le tue foto e e tue storie.

Maria ha detto...

Grazie per questo post, ti ho appena citata perché l’ho trovato incantevole e molto ispirante. Buon ottobre.

Lena ha detto...

Ti invito al mio 1° anno di Blog, se ti va

http://lamagiadelvento.blogspot.com/2011/10/il-1-compliblogsha-da-festeggiare.html

Buona settimana Eniko! =)

ellicrea.blogspot.com ha detto...

E' sempre bello leggerti... il tuo "giardino" mi affascina e mi rilassa!!
Grazie!
Elisa

enikő ha detto...

Grazie a tutte!! I vostri commenti sono preziosi... :)

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