Il teaser dell'edizione dell'anno scorso:
(le foto in bianco e nero, anche quella iniziale che vedete, sono mie)
L'argomento di quest'anno è:
"Quest'anno la riflessione si sposterà sui temi della multiculturalità e del linguaggio, elemento che più di ogni altro caratterizza l'espressione della propria specificità culturale. Brucia Babilonia, titolo scelto per l'edizione 2010, rimanda ad un passato antichissimo ma che è rimasto vivo nei secoli sotto forma di metafora. Il villaggio globale è diventato la nuova Babilonia ed il confronto tra le diverse culture si sviluppa in dinamiche sempre più veloci e spesso spietate. Le lingue hanno perso il ruolo di elemento unificante di un popolo a favore di nuove necessità. Oggi sono diventate un bene da scambiare o da difendere - basti pensare alle recenti polemiche sul recupero delle forme dialettali nelle scuole.
Come sempre, vogliamo portare avanti questa riflessione in maniera corale e contare sull'arte come piattaforma per il dialogo." (dal sito di PF)"Quest'anno la riflessione si sposterà sui temi della multiculturalità e del linguaggio, elemento che più di ogni altro caratterizza l'espressione della propria specificità culturale. Brucia Babilonia, titolo scelto per l'edizione 2010, rimanda ad un passato antichissimo ma che è rimasto vivo nei secoli sotto forma di metafora. Il villaggio globale è diventato la nuova Babilonia ed il confronto tra le diverse culture si sviluppa in dinamiche sempre più veloci e spesso spietate. Le lingue hanno perso il ruolo di elemento unificante di un popolo a favore di nuove necessità. Oggi sono diventate un bene da scambiare o da difendere - basti pensare alle recenti polemiche sul recupero delle forme dialettali nelle scuole.
E questo è il progetto specifico del mio spazio espositivo:
"Le parole hanno dei significati; alcune di esse, tuttavia, coprono un territorio di comportamenti e di idee, un campo di azioni e di cose, hanno come riferimento una famiglia di concetti e di oggetti. Una di queste parole complesse è identità.
Parole come identità - culturale, linguistica, di genere - diventano importanti proprio quando il loro senso è minacciato, perché indicano appunto valori che tremano, fluidi, caldi; valori che chiedono di essere soccorsi, o recuperati, o ancora che chiedono consapevolmente e razionalmente di essere agiti e trasformati.
L’identità non è un oggetto, ma l’esito di un processo. Un processo di differenziazione. La ricerca dell’identità è ricerca delle differenze. Solo il riconoscimento delle differenze consente di trovare le identità: differenza tra individuo e individuo, tra io collettivo e io collettivo, tra luogo e luogo, tra mondo e mondo. Quindi differenziazione in senso orizzontale, tra identità e identità, ma anche differenziazione interna verticale: differenze armonicamente composte entro la persona e l’individuo sociale, articolazione giudiziosa di un’identità molteplice.
Questo lo spunto iniziale. Da cui, poi, lo spettro di significati si espande per accedere alle accezioni particolari degli artisti presenti: perdita dell’identità e scomparsa delle memorie fisiche che la sottendono (Zuniga, Lastrucci); identità/tempo e identità meticcia, fatta di stratificazioni di narrazioni (Giuffrè, Lőrinczi, Argentieri); inflazione identitaria (Zurczak, Acar); identità multipla, plurale, insorgente (Monitor).
TRADUZIONI RADICALI non dà risposte univoche o definitive rispetto al tema. Moltiplica, piuttosto, le domande. Propone un percorso problematico di punti di vista, di specchi, di riflessioni. Non indica conclusioni che non siano mobili e provvisorie. Appunto tremanti.Le traduzioni del titolo alludono alla volontà di tentare connessioni, ordire trame, sollecitare dialoghi e incontri possibili attraverso i “manuali di traduzione” che le opere degli artisti presenti in mostra rappresentano.
Ma coinvolgono ed espandono anche il senso intrinseco del tradurre: il condurre le lingue, le culture, le opere umane attraverso un percorso di autochiarificazione, ancora una volta provvisorio, alla parte altra; clandestine conduzioni (fuori da itinerari preconcetti e leggi di flusso) di immagini e parole, visioni e scritture, suoni e silenzi; viaggi attraverso luoghi reali o dell'anima, spostamenti volontari o forzati di idee e di persone, codici di interconnessione, intrecci di fili tesi tra il mondo intimo dell'artista e il mondo esterno, attraversamenti di senso che si prendono il loro tempo e sfuggono alla traduzione simultanea, spingendosi fino alla intraducibilità come condizione finale di ogni linguaggio.
Gettare ponti. Promuovere ibridazioni. Partendo da sé, dal proprio angolo di visuale; avendo chiaro il senso della propria identità, con la sua forza e il suo valore. Assumendosi la responsabilità dell’altro da sé. E in questo essere avventatamente radicali. "
Ed eccomi qui, a mettermi di nuovo in discussione in quanto "artista", in quanto traduttrice, in quanto straniera e in quanto essere umano (a volte) pensante.
(i preparativi; seguiranno dettagli)
6 commenti:
Complimenti Eniko ed in bocca al lupo per questa nuova emozionante avventura!!!
ps. aspetto i dettagli!
:-) eh si, il movimento è il rimedio piu' adatto...fare, ovunque e comunque fare...
Mi piace molto il tuo progetto, aspettiamo resoconto dettagliato!
In bocca al lupo ;-)
buttarsi in un nuovo, stimolante progetto lavorativo potrà essere il modo per riprendere le fila dei propri pensieri!
in bocca al lupo!!
sono curiosa di vedere come prosegue...questi preparativi dove portano e sarà una bella scoperta
Ti ho vista. Silenziosamente, trasparente come le parole scritte, sono passata a vederti, a conoscerti, a toccare le tue foto.
Lo specchio del'Io (non saprei come altro descriverlo) mi ha dato una bella emozione perchè spesso ci dimentichiamo chi c'è nello specchio.
Complimenti di nuovo.
m.
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