martedì 28 maggio 2013

Che c'è di nuovo? ovvero le impressioni di una supplente

In effetti manco da mesi. Dovrei raccontare in sintesi cosa è successo di importante negli ultimi mesi ma non è facile mettere a fuoco gli avvenimenti più importanti. Come faccio a sapere quale tra questi risulterà decisivo per quel che avverrà nel futuro? Guardando indietro, da quando ho lasciato il "nido", ci sono stati tanti di quei accadimenti che hanno deviato la mia vita in una determinata direzione e senza quelli, ora, probabilmente sarei altrove, sarei probabilmente una persona un pò diversa, vivrei un'altra vita ed è affascinante fare delle supposizioni, immaginarsi delle esistenze alternative alla Sliding Doors. MA. Nonostante tutte le difficoltà che abbiamo avuto e stiamo tuttora avendo, sono convinta che il mio posto sia proprio qui, con queste persone che hanno avuto la sfortuna e sfortuna di essere la mia famiglia e, insieme, continueremo su questa strada lunga e tortuosa verso la realizzazione del nostro sogno. Di questo ve ne ho già parlato e ci tornerò in seguito.

Cercherò di essere pragmatica e provo ad elencare cosa è successo di importante e degno di essere ricordato (questo blog è e rimane pur sempre un diario, no?). Intanto la mostra di cui siete stati abbondantemente informati, quindi non vi annoio oltre. Aggiungo che sta nascendo l'idea di un'altra mostra: come sempre sono in estremo ritardo. Ho 3 settimane per progettarla, realizzare i quadri e allestire! Panico... (e ora un bel respiro!)

Sul versante lavorativo le cose non vanno molto bene. Sto vivendo sulla mia pelle le consequenze della crisi: il lavoro c'è soltanto a tratti e anche quando si lavora i pagamenti si fanno attendere per mesi. Una fatica fisica e psicologica continua - ma cerchiamo di rimanere ottimisti! Mi dico sempre: il peggio è passato. M'illudo? Forse.

Tra le cose positive che mi sono capitate negli utlimi tempi: una supplenza di qualche settimana in un liceo. E' stata un'esperienza dura ed esaltante allo stesso tempo. Ho capito che è il lavoro che ho sempre voluto fare, persino quando ero adolescente, l'altra parte della cattedra e non facevo che ribellarmi contro l'autorità dei miei professori (dovevo essere terribile!).



 Ma il panorama dal punto di vista dell'insegnante è decisamente diverso: è responsabilità, è adrenalina, è attenzione, è tensione, è passione, è curiosità, è affetto. In quelle settimane ho avuto un'infinità di sensazioni ed esperienze - tutte diverse.
Mi piacevano le classi "buone" in cui ti ascoltano con occhi spalancati e quasi con venerazione e mi piacevano le classi difficili in cui ogni lezione era una sfida, ogni volta dovevo reinventarmi cercando metodi e vie di comunicazione nuovi, per poi ammettere di aver fallito e cercare strategie sempre nuove. Mi piacevano quelle alunne brave che, per timidezza e tentativo di essere convenzionali, seguivano tutto e acriticamente alla lettera  ma anche quei ragazzi difficili in cui c'era già la scintilla della ribellione. Non credo di aver avuto dei progetti altisonanti, non volevo cambiare il mondo. Volevo soltanto lasciare un piccolo segno nella loro formazione. Insegnare loro non solo qualche aspetto della letteratura medievale o l'importanza della prima monarchia costituzionale e i primi passi verso la democrazia, i diritti civili, ecc.  ma, e soprattutto, le virtù della curiosità, del pensiero autonomo e libero e della ribellione che è positivo solo se è costruttivo e non fine a se stessa.

Gli adolescenti vivono un momento molto particolare della loro vita in cui il bambino e l'adulto convivono nella stessa persona. E' un momento di massima confusione e, allo stesso tempo, è anche la presa di coscienza delle loro massime potenzialità. Chi l'ha sperimentato lo sa: insegnare a una massa di adolescenti euforici e confusi è come andare sulle montagne russe senza sapere quando e come finirà la corsa - fa paura, hai i brividi, a volte ti dà il voltastomaco, ma sfrecci a tutta le velocità con l'aria tra i capelli e questo è "mitiko"! La mia corsa è finita - per ora. Non vedo l'ora di farmi un'altro giro.

Così erano le mie giornate: la mattina a scuola, il pomeriggio con i miei ragazzi, le serate sui libri (a ristudiare cose insegnatemi 20 anni fa e a correggere pile di compiti e verifiche scritte).



Mentre ero lì, non facevo che osservare i muri: era lì che i ragazzi si esprimevano con maggiore libertà. Quel che segue è una collezione di questa "ricerca" nel tentativo di capirli, di avvicinarli da un'altra direzione. Questa è la loro voce:


Aggiungo una riflessione sull'adoloescenza di Eugenio Scalfari: "Che stagione l’adolescenza. Senti di poter esser tutto e ancora non sei nulla e proprio questa è la ragione della tua onnipotenza mentale."

7 commenti:

Daniela ha detto...

Mi piace leggere la tua esperienza, visto che per tutto quest'anno ho insegnato anche io con gli adolescenti, in una scuola professionale, sia al diurno che al serale...é stata tosta, sia perché ho insegnato 4 materie diverse e alcune di queste ho dovuto ristudiarmele da zero (es.scienza delle finanze), sia perché erano classi irrequiete, "difficili" e rumorose.Tanti ragazzi problematici con esperienze scolastiche e familiari tragiche.Eppure mi sono affezionata in modo indicibile ad ognuno di loro, mi hanno emozionata, fatta arrabbiare, mi hanno commossa fino alle lacrime, ho urlato tanto e molto abbracciato.Sicuramente una delle esperieze più belle e formanti che io abbia mai vissuto!! :-)

IsabelC. ha detto...

Ommmm....sono delle bellissime esperienze che fanno crescere non solo i tuoi ragazzi, ma anche te...il peggio è passato! Ora viene il meglio

Seurasaari ha detto...

Brava! Nelle tue parole scorrono i sentimenti che hai provato e le voci dei ragazzi che credo abbiano goduto in senso positivo della tua passione e della tua forza nel raccontare loro quello che dovevano sapere. Continua così... Lara

MammaInOriente ha detto...

Da quel che conosco di te dal blog credo che quei ragazzi siano stati felici di averti come insegnante, si percepisce che metti passione in tutto ciò che fai..

MammaInOriente ha detto...

Da quel che conosco di te dal blog credo che quei ragazzi siano stati felici di averti come insegnante, si percepisce che metti passione in tutto ciò che fai..

MammaInOriente ha detto...

Da quel che conosco di te dal blog credo che quei ragazzi siano stati felici di averti come insegnante, si percepisce che metti passione in tutto ciò che fai..

Anonimo ha detto...

che interessante leggere quei muri. Sto pensando se i "nostri" muri erano diversi, o dicevano le stesse cose. Forse c'erano soprattutto i sentimenti, meno la politica e quando si leggeva qualcosa, erano alcune uscite famose di personaggi cui si ispirava la sinistra e la destra, che poi non avremmo mai studiato nelle lezioni di Storia perchè a stento si arrivava a studiare la seconda guerra mondiale. E sai cosa penso ? che la storia dovremmo forse studiarla al contrario, dallo ieri ai dinosauri

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