venerdì 12 aprile 2013

E già che sono riuscita ad accendere il pc...

...vi mollo quest'intervista sul Corriere d'Abruzzo visto che è passato un secolo dalla mia ultima (prima) intervista.


Enikő Lőrinczi: quando l'Abruzzo adotta una fotografa cosmopolita

di Federica Ferrretti


Ci piace guardare la vita sempre  da una diversa  "prospettiva". Oggi,  perciò, abbiamo scelto di raccontare la storia di una donna che  non è solo ungherese. Si diploma a un liceo linguistico in Ungheria, insegna danza in Germania, si laurea in lingue alla Facoltà di Lettere di Firenze.  Ma che solo alla soglia dei trent’anni arriva a capire di aver sbagliato strada.
Dopo aver passato anni a studiare filologia e lingue straniere per un’efficiente comunicazione interpersonale e interculturale, scopre la potenza significante dell’immagine e intraprende un percorso di studio e di sperimentazione perenne del linguaggio della visione. L'ambiente umano in generale è il primo "naturale" soggetto verso cui rivolge l'interesse e l'obiettivo. La società e i suoi prodotti materiali costituiscono i temi prediletti della sua ricerca fotografica. Attualmente vive e lavora come insegnante nella provincia di Teramo e pratica la fotografia come stile di vita”.


F.F.Una vita avventurosa...
Enikő Lőrinczi Dire che ho avuto o che ho una vita avventurosa è una parola grossa ma, ammetto, non è stata statica e monotona. Da quando sono nata ho vissuto in 4 paesi diversi, imparato altrettante lingue e culture, viaggiato molto. Si, in effetti, forse hai ragione. Anche perché per me l’avventura e il viaggiare è un binomio obbligato: vedere il mondo, scoprire mondi sempre nuovi, imparare, collezionare esperienze, allargare i propri orizzonti. Chiaramente il concetto del viaggio è da intendersi anche come metafora: oltre ai viaggi reali esistono anche gli entusiasmanti viaggi in dimensioni altre: nei regni della fantasia, della musica, dell'immagine e del immaginario. Si, se la mettiamo così posso dirlo: ho avuto e ho una vita avventurosa.

F.F. Quando hai trovato la tua strada?
E.L Non ho mai trovato la mia strada, credo di essere un’eterna ‘cercatrice’. Ho intravisto delle direzioni, questo si, ma la strada va cercata, a tentoni, giorno per giorno. Anche perchè non si viaggia soli nella vita e i nostri compagni di viaggio (la famiglia, gli amici) ci possono influenzare in maniera decisiva quando si tratta di scegliere una strada invece di un’altra.  È chiaro, ho capito quali sono le cose che mi rendono felice, che  fanno liberare le mie potenzialità, so cosa vorrei realizzare e dove vorrei arrivare. Queste sono le mete, la strada è ancora lunga e tutta da scoprire. Ma poi, in fondo, la meta è il viaggio stesso, la vita stessa quindi e si tratta di viverla fino in fondo con intensità ed entusiasmo.

F.F.Come descriveresti le tue foto?
E.L Domanda difficile anche perché non sono mai stata una fotografa consapevole ma istintiva. Se volessi proprio descrivere in maniera più o meno oggettiva quello che faccio, io credo che la mia eterna ricerca della bellezza  in ogni circostanza e ad ogni costo mi ha portato ad esprimere la stessa ricerca, lo stesso tentativo anche attraverso le immagini che creo. Mi piace vedere il bello anche nella decadenza, nel quotidiano, nell’ombra – perché c’è! A volte con la giusta composizione riesco a ridare dignità a cose che la gente non guarda, non vede, non considera. La poesia di un’ombra passeggera che dopo qualche minuto non ci sarà più o la tenerezza di una foglia caduta per sempre, il tempo che passa, il mondo che si rinnova. La natura. Le persone! Vorrei avere nove vite come un gatto per poter catturare tutto ciò! Mi vengono in mente le parole di una fotografa inglese dell'Ottocento, Julia Margaret Cameron: "Desideravo fermare tutte le cose belle che mi si presentavano davanti, e finalmente questo desiderio è stato soddisfatto". Potrebbe essere il mio motto.

F.F.Cosa ti ispira?
E. L. Cosa NON mi ispira? L’ignoranza, la cattiveria e il cattivo gusto. Tutto il resto mi dà ispirazione, sempre e comunque. Credo diavere un occhio e una mente iperstimolati  il più delle volte e in alcuni giorni scatto d’impulso  decine, se non centinaia,  di fotografie.

F.F. Raccontaci la giornata tipo di una fotografa come te.
E.L. Mi spiace deluderti, ma non ho una giornata tipo. Ci sono alcune costanti come gli impegni dei miei figli (attività pomeridiane, allenamenti, lezioni di musica, ecc.), i miei allenamenti settimanali, le prove del mio coro, ecc. Queste costanti danno una struttura più o meno stabile all’andamento giornaliero e settimanale delle mie giornate ma dal punto di vista lavorativo, essendo un’insegnante precaria e una fotografa freelance, ho una vita molto irregolare basata su progetti provvisori e impegni discontinui.

F.F. La tua prossima mostra...
E.L. La mia prossima mostra, guarda caso, sarà tra pochi giorni (venerdì 12 aprile, ore 18.30) presso L’Officina del centro storico di Giulianova – un posto bellissimo! E’ la terza volta che espongo lì e adoro quel posto: le pareti in pietra, l’intimità dello spazio (piccolo ma essenziale e raccolto) e i ragazzi che lo gestiscono (entusiasti, instancabili e sempre col sorriso sulle labbra). La mostra s’intitola “albe.ri” ed è basata su una riflessione scaturita dalle parole di un capo indiano, Tatanga Mani: “Sai che gli alberi parlano? Sì parlano. Parlano l'un con l'altro e parlano con te, se li sai ascoltare. Ma gli uomini bianchi non ascoltano.”
Gli alberi sono creature perfette, munite di una grande sensibilità, sono esseri viventi straordinari nel loro perpetuo movimento verso il cielo, verso il sole e attraverso il sole nascono, crescono, muoiono, ridonano se stessi alla terra e rinascono sempre in infinite meravigliose forme – anno dopo anno, inverno dopo inverno.Queste rinascite sono le ‘albe’ e il ‘ri’-nnovarsi perpetuo.
Sono i ritratti degli alberi invernali: l’attesa, il silenzio, la perfezione delle loro forme e la loro vitalità ridotta ma piena di promesse. Sono gli alberi delle colline teramane che ho imparato a conoscere uno ad uno e fotografati con una semplice fotocamera da cellulare. Ho scelto di esprimermi usando un mezzo ‘da dilettanti’ un po’ per praticità e un po’ come provocazione per dimostrare che l’attrezzattura e la tecnica sono solo un punto di partenza: l’idea che si trasmette e l’occhio del fotografo contano di più.“E’ un'illusione che le foto si facciano con la macchina... si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa.” (Henri Cartier-Bresson). Visto che parliamo di mostra, vorrei ringraziare pubblicamente mio marito per avermi supportata e sopportata in tutte le fasi, dall’ ideazione all’allestimento.

F.F. Altri progetti?
E.L. Progetti? Tanti. Prima di tutto viene la famiglia e i miei bambini. Poi vorrei tanto poter continuare ad insegnare che è una delle mie ragioni di vita. E come ultima sfida, vorrei diventare una brava fotografa. Mi piacerebbe occuparmi di fotografia applicata a uno specifico ramo della ritrattistica: quella dei bambini (che sono delle piccole meraviglie, senza eccezioni) e delle loro famiglie (il loro intero universo) per preservare il ricordo, la memoria per il domani, per fermare la grazia, la bellezza di un piccolo umano in trasformazione. Credo profondamente in questo, nell’importanza di preservare la memoria  per una storia familiare e individuale e le fotografie sono perfette per questo scopo. Mi piace la naturalezza dei bambini, la loro spontaneità ancora non corrotta dalle convenzioni della società e mi piace vederli in ambienti naturali. Quindi il mio lavoro è sintetizzabile così: bambini “al naturale” (senza pose e costrizioni), in mezzo alla natura e con luci naturali. Il mio blog (in costruzione) di riferimento è questo: http://www.nuvoleapois.com/blog/ e io sono Nuvole a pois.
Tra i vari progetti c’è anche la volontà di continuare a lavorare sul mio blog che è nato quattro anni fa dove racconto la mia vita tout court da mamma, donna e fotografa: http://enikolori.blogspot.it/ e raccontare i miei viaggi: http://blogaway2011.blogspot.it/

L'intervista finisce qui, ma vi faccio vedere anche chi era il mio dirimpettaio di pagina. Sorrido... :D

(diciamo che mi posso ritenere soddisfatta per la compagnia :)
A presto!

5 commenti:

Anna ha detto...

"... per la stessa ragione del viaggio viaggiare" come cantava De Andrè, ed intanto fermare qualche attimo in un fotogramma: bravissima Eniko!

Tandoori ha detto...

comincio davvero a credere che sia cosa bella aver inciampato su di te...
prima di leggere questa ne avevo appena il sentore...
ricordi quando ti chiesi una foto? :-)

Tandoori ha detto...

dimenticavo... con questa " Non ho mai trovato la mia strada, credo di essere un’eterna ‘cercatrice’" credo tu abbia conquistato la mia eterna stima...

Claudia ha detto...

wow...direi più che soddisfatta cara Enikò!
Complimenti e in bocca al lupo di tutto cuore per la mostra!
Un abbraccio grande!!!

Luigi ha detto...

siamo tutti eterni cercatori...
Complimenti!!!

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