Ma prima altro - e perdonatemi per questo. La mia mente è affollata da una serie di riflessioni e sensazioni e man mano che mi avvicino alla meta diventano più concrete e più contrastanti.
L'isola...
Per me, che ho sempre vissuto sulla terraferma e che vengo da un paese che non ha nemmeno un mare, è già una parola e un concetto pieni di fascino e di rimandi. L'isola, che sul piano semantico esprime il concetto di isolamento e s'immagina come luogo eternamente sospeso in mezzo alle acque, fuori dal tempo, un mondo a sè, d'altra parte richiama alla mente l'idea dell'avventura (ricordate le fantastiche storie di marinai e pirati che ci tenevano inchiodati alle pagine dei libri?). Poi le isole 'paradiso': spazi di abbondanza, di ricchezza, di eterna giovinezza e di piaceri - dei veri e propri paradisi terrestri. Le isole dell'anarchia e dello stato naturale dell'uomo (qui penso ai ragazzi del romanzo Il signore delle mosche di William Golding). I satirici, sarcastici Viaggi di Gulliver in cui l'isola è una metafora, è teatro di un'antiutopia della società settecentesca.
E ancora...
L'isola come meta da raggiungere (Itaca).
L'isola come prigione (l'isola di Calipso, il Castello d’If: la prigione de Il conte di Montecristo, Alcatraz).
L'isola come evasione dalla realtà (l'isola che non c'è).
L'isola deserta e incontaminata (come quella di Robinson Crusoe, l’uomo in fuga da se stesso).
L'isola infernale raccontata in Papillon di Henri Charrière e la fortissima volontà di sopravvivenza, la fuga.
Cos'altro?
L'immaginazione collettiva e la letteratura da Omero in poi hanno eletto l'isola a sfondo privilegiato delle proprie storie e l'hanno investita di significati diversi: l'arcano sede del sacro e del mito, lo spazio dell'utopia, l'emblema del colonialismo e dell'imperialismo, il palcoscenico claustrofobico delle peggiori prigioni e dei peggiori incubi.
E mentre ripasso nella mia memoria tutte le isole incontrate nelle pagine dei libri e sugli schermi, mi passano d'avanti isole reali. Placide. Bellissime. E la promessa di un'isola da esplorare, farla mia, portarmela a casa e conservarla per sempre tra le mie esperienze vissute.
La macchina fotografica è il mio terzo occhio. E' il mio blocco di appunti. Registra, memorizza, racconta.
Poi finalmente lei, l'Elba, la più grande delle isole dell'Arcipelago Toscano e la terza più grande d'Italia.
[nel suo aspetto plasmato dall'uomo]
[e nel suo aspetto naturale, selvaggio]
[segue...]
(e certo che segue! ancora non metto piede sull'isola... :)
8 commenti:
Bellissime queste foto del mare fra il grigio ed il blu..
... e si arriva sull'isola dell'anima
l'isola come immagine della condizione dell'uomo sulla terra: "ogni uomo è un isola" (Thomas Merton)!!!
Complimenti per le foto eccezionali !
Manuela
ecco questo è un bel viaggiare :D
ho scoperto adesso il tuo blog, mi piace moltissimo, ti seguirò!
Grazie, care! :)*
Ops, scusa Luigi. :)
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