Parlo dello stesso uomo che disse questo:
Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere.
Vi racconto quel che ho visto, come è mio solito fare, per immagini. Aggiungo qualche pensiero di Doisneau per rendere l'esperienza più completa possibile.
La mostra
Non mi sono mai chiesto perché scattassi delle foto. In realtà la mia è una battaglia disperata contro l'idea che siamo tutti destinati a scomparire. Sono deciso ad impedire al tempo di scorrere. È pura follia. Robert Doisneau
[e a colori...]
Vi spiego come mi prende la voglia di fare una fotografia. Spesso è la continuazione di un sogno. Mi sveglio un mattino con una straordinaria voglia di vedere, di vivere. Allora devo andare. Ma non troppo lontano, perché se si lascia passare del tempo l'entusiasmo, il bisogno, la voglia di fare svaniscono. Non credo che si possa vedere intensamente più di due ore al giorno. R.D.
Voglio condividere, e solo in parte, una delle sue geniali raccolte. S'intitola: Un Regard Oblique. Credo sia facilmente intuibile il perchè del titolo e quelle che vedrete non sono solamente fotografie ma uno studio sociale, di mentalità e di costume. Ricordo ancora un corso di "Metodologia della ricerca storica" frequentato all'università nel quale l'unico testo che avevamo a disposizione per studiare la storia politica e di costume era il Decamerone di Boccaccio. Ecco, io credo che tante fotografie di Doisneau possono essere considerate fonti storiche della società parigina della seconda metà del secolo scorso alla pari del Decamerone per la società fiorentina del tempo.
© Robert Doisneau, Paris 1948
Robert Doisneau (1912-1994),20>
3 commenti:
Anch' io come te amo Doisneau. E amo il modo in cui scrivi. Complimenti. Roberta
Grazie, Roberta. E benvenuta. :)
Una mostra davvero da non perdere!
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