Si tratta del sito Bravi Bimbi gestito da due genitori entusiasti, Barbamamma & Barbapapà che, partendo dalla loro personalissima esperienza di genitori, parla di vita familiare, educazione, bimbi e connette mamme e papà alle prese con gioie e difficoltà quotidiane. Ecco l'intervista:
"Eniko è una mamma che non sta mai ferma: 2 figli, un marito un cane e tantissime idee per la testa. Ha subito accettato di rispondere alle nostre domande ed è con piacere che pubblichiamo il botta e risposta!
Ciao Eniko, benvenuta! Temo che la prima domanda sia la più scontata, quella che ti avranno fatto praticamente tutti. Cosa significa il tuo nome? Ha origini ungheresi o sbaglio? Non sei italiana quindi? Come sei arrivata nel nostro bel Paese? (giuro che non sono dell’ufficio immigrazione! )
Il significato del mio nome? In realtà non ha un significato immediato nemmeno in ungherese. E’ un antico nome, “ristilizzato” nell’Ottocento da un nostro celebre poeta che ha inventato il nome Enikő partendo dal Enéh che significa giovane cervo femmina (il cervo era considerato un animale prodigioso nella mitologia ugrica).
Si, sono ungherese. Sono arrivata in Italia 16 anni fa dopo aver conosciuto il mio attuale marito a un festival di folclore in Spagna e dopo aver deciso di continuare i miei studi presso l’Università di Firenze. Poi, per “cause di forza maggiore”, ci sono rimasta.
Se contiamo i piedi che calpestano quotidianamente i pavimenti di casa vostra arriveremmo a un totale di 12 impronte diverse: 2 del figlio “Rospo” (Aron, 6 anni), 2 della figlia “Rospa” (Anna, 8 anni), 4 del cane Snoopy (2 anni) e altre 4 tra te e tuo marito. Sto dando i numeri eh? Bel movimento in casa eh? Qual è il segreto per potare avanti il menage familiare senza impazzire?
Diciamo che non sono i piedi ma piuttosto le mani a creare confusione. Sono senza sosta, fanno, disfanno, costruiscono, pasticciano tutto il tempo. Il quadrupede non c’entra perché è un animale da giardino ed entra in casa solo in rare occasioni (ma non significa che non si dia da fare fuori).
E chi ha detto che non s’impazzisce? A volte parte un urlo liberatorio che non serve a nulla ma almeno dà l’illusione di aver un minimo di controllo, una vaga percezione di autorità su quelle mani indisciplinate, attive e piene di creatività.
Cosa ti ha spinto ad aprire un blog?
Due anni fa, per puro caso, sono finita nel blog di Sabrina del Vivere semplice e spregiudicato e sono rimasta incantata. Fino ad allora non sapevo nemmeno cosa fosse un blog e con quella scoperta casuale mi si è aperto un mondo intero. Per mesi leggevo riflessioni, dichiarazioni, sfoghi, approfondimenti, racconti di altre mamme, artigiane, artiste, donne. Poi ad un certo punto ho sentito il bisogno di dire anch’io la mia, di avere una maggiore interazione e condivisione con le altre blogger.
Cosa ne pensa tuo marito?
E’ assolutamente positivo a riguardo, è il mio primo e più importante sostenitore. E’ anche il mio correttore di bozze perché con tutta la buona volontà, un po’ per la fretta, un po’ per distrazione, qualche errore di ortografia mi scappa sempre. Ma nella scelta delle parole e nello stile (che per quanto sgangherato lo sento mio) non accetto intromissioni. Il problema è che io dagli errori non imparo proprio mai e ci ricasco sempre…
Ci racconti una tua giornata tipo? Ti bastano 24 ore?
Una giornata tipo? Credo che non ne esista una ma tenterò di tracciare alcuni constanti. Premettendo che il “capofamiglia” per motivi di lavoro trascorre molte ore fuori casa, una cosiddetta giornata tipo riguarda prevalentemente me, i due rospetti e il quadrupede rompiscatole.
Dunque, la mattina ci alziamo a un’ora non proprio ideale: un’ora che non ci fa fare tardi a scuola ma che ci costringe a un ritmo forsennato. La sveglia mattutina è sempre stato un punto dolente. Sono un essere fondamentalmente notturno perciò ogni sveglia è una specie di piccolo trauma: mi alzo all’ultimo momento utile illudendomi che un po’ di adrenalina di prima mattina non può che dare una marcia in più alla giornata. Diciamo che siamo diventati efficienti: in mezz’ora ci vestiamo, facciamo colazione, ci laviamo i denti, ecc. – ci scappa anche qualche battibecco, una carezza al cane e poi ci avviamo, a piedi, verso la scuola (la grande alle elementari, il piccolo alla scuola dell’infanzia).
La mattina per me non mai uguale: o lavoro fuori casa (essendo un’insegnante precaria, dipende dalle occasioni) o lavoro in casa (traduco) o faccio un tentativo, fallito da principio, di simulare un po’ di ordine in casa o, tempo permettendo, faccio un po’ di giardinaggio (mi ostino a piantare fiori mentre il cane si ostina a farli fuori, vasi compresi) o mi concedo un’oretta di ginnastica, corsa o bici. Poi preparo il pranzo, mangiamo con la rospa, si fanno i compiti e quando torna il piccolo iniziano le attività: un pomeriggio hanno musica, due pomeriggi fanno karatè, gli altri sono per giocare in libertà o per invitare amici per fare un po’ di vita sociale all’infuori della scuola. Poi la cena e le letture serali. I fine settimana sono diversi. Il papà è più presente e si va a letto più tardi; si gioca, si prolungano i momenti trascorsi a tavola, il tempo diventa più flessibile e lo stare insieme più entusiasmante. In sintesi, durante la settimana le nostre giornate hanno un ritmo piuttosto regolare con un’alternanza tra momenti di attività “fissa” e quelli di attività libera, con gli orari dei pasti prestabiliti e attività che creano una certa routine e che danno ai bimbi un senso di stabilità. Nel fine settimana invece rompiamo questi ritmi creando una specie di spirito di festa, d’improvvisazione e d’avventura.
Ovviamente in mezzo a tutto questo cerco sempre di ritagliare dei momenti da dedicare al blog. E non è sempre facile.
Se mi bastano 24 ore? No, che non mi bastano, ma sono cosciente che non me ne basterebbero nemmeno 36 o 48. A voi si?
Qual è stato il periodo più difficile, ad oggi, nella crescita dei vostri figli?
Io credo che ogni periodo abbia le sue difficoltà e la difficoltà maggiore sta nel riconoscere le priorità e di fare le scelte giuste per i propri figli. E siccome sono convinta che ogni individuo è il “risultato” del proprio vissuto, vorremmo che i nostri figli avessero delle esperienze di vita tali da poter sviluppare una personalità completa, ricca e integra che permetta loro di avere una volontà propria, di agire bene e di trovare la propria strada nella vita. Ma anche di mettere le ali, di saper sognare… Questo tentativo è in ogni singola scelta che facciamo ogni giorno. Anche la consapevolezza di essere i loro principali educatori ci dà una grande responsabilità e di conseguenza dobbiamo comportarci da veri modelli. Dobbiamo dare loro sicurezza, creare un clima educativo ed emotivo sereno che permetta loro di sviluppare le proprie individualità in maniera sana, spontanea e in massima libertà. E non è sempre facile… Queste sono le vere sfide del quotidiano, sia che si tratti di bambini piccoli o di preadolescenti.
Tuo marito, è un padre presente?
Si, lo è. E’ presente anche quando non c’è ed è al lavoro perché rimane comunque costantemente in contatto. Dialoga molto con i figli e quando è a casa c’è veramente. Gioca con loro, li aiuta nei compiti, li aiuta vestirsi e anche, per esempio, a pulirsi il naso perché anche queste cose di poco conto alla fine danno certezza ai bambini.
Mi incuriosisce il fatto che, se non vado errato, i tuoi figli facciano Karate. Chi li ha avvicinati a questa disciplina? A quanti anni hanno iniziato, gli piace? (taaaaaanti anni fa insegnavo proprio ai bambini ma solo ora mi faccio certe domande )
Si, fanno karatè da due anni. Sono stata io a insistere perché, essendo appassionata di ogni cosa che viene dall’Oriente, ho pensato che fosse una disciplina perfetta per due bimbi vivaci come i nostri. Oddio, speravo che mia figlia volesse fare danza classica, invece è proprio un maschiaccio, preferisce il karatè. Abbiamo fatto questo tentativo e, sinceramente, non pensavo che potesse avere tanto successo. E’ anche merito del loro maestro che sa parlare nella loro lingua e imporre la disciplina necessaria. Si sono appassionati molto, ce la mettono tutta negli allenamenti e stanno dando il giusto peso all’aspetto agonistico che comunque è molto ridotto. Spesso gareggiano in squadra e questo rafforza in loro la volontà di collaborare con i loro compagni, di aiutarsi a superare le difficoltà, di sviluppare anche una certa empatia verso l’altro. Ma trovo che tutta la disciplina sia utile per una crescita sana ed equilibrata: imparano l’autocontrollo, la fatica degli allenamenti per migliorarsi, la ricerca costante di un proprio equilibrio, di lavorare con determinazione e nel rispetto degli altri, di non attaccare mai ma di sapersi difendere se serve. Potessi tornare indietro, la adotterei anch’io come filosofia di vita. Anzi, forse faccio ancora in tempo…
Sbaglio o adori anche fare fotografie? Che macchina usi? Te la porti sempre con te?
Si, la fotografia è una vera e propria passione per me ed è divenuta quasi uno stile di vita. E’ un approccio, un modo di vedere le cose molto particolare: la lente mi aiuta a focalizzare la mia attenzione su determinati dettagli, di sintetizzare, di elaborare le immagini del mio vissuto. Mi aiuta a scoprire la bellezza dappertutto, di rivalutare l’estetica delle cose quotidiane, persino banali. Mi aiuta a fermare le immagini dell’oggi per poi farle diventare le memorie del domani. Sono i miei appunti visivi, il mio diario senza parole.
Uso una reflex base comprata usata da un’amica (Nikon D80) e una lente fissa, senza zoom (50mm). Ho ridotto la mia attrezzatura fotografica al minimo per poterla portare sempre con me.
Il gioco più utile che hai regalato ai tuoi figli. Quello che assolutamente non ti sei pentita di comprare perché… l’hanno usato davvero tanto!
Il gioco più utile? Mi è difficile nominarne uno, sceglierei piuttosto una specifica tipologia di giocattoli: quelli fatti da noi, genitori. Anche perché a un bambino, che cresce sano e in armonia, non servono giocattoli complessi: bastano dei semplici oggetti presenti nel quotidiano o nella natura i quali, con fantasia e creatività, possono essere trasformati in un’infinità di oggetti utili al gioco del momento. Per noi è una gioia costruire dei giocattoli con le nostre mani (e con amore) per i nostri bambini. Li facciamo per loro, insieme a loro e loro ci guardano, ci imitano e il loro potenziale di creatività viene influenzato in maniera naturale e positiva. Il giocattolo così acquista un valore sentimentale aggiunto e il tempo dedicato alla sua realizzazione diventa prezioso. Non siamo degli artigiani e nemmeno dei geni della manualità eppure con un po’ di volontà tutto si può fare. Io ho cucito delle bambole steineriane di stoffa, ho fatto dei gattini di lana lavorati a maglia, delle fatine e altre cose fatte di lana e feltro (peraltro ho imparato a lavorare a maglia e a uncinetto guardando su You tube dei video tutorial e prendendo spunto da tanti meravigliosi blog dedicati alla genitorialità e alla creatività). Mio marito è invece appassionato del legno e ha costruito dei giochi meravigliosi per loro: una cucinetta per nostra figlia, un castello smontabile con tanto di bastioni e ponte levatoio, macchinine, costruzioni, una casetta per gli elfi e le fate. ecc. Questi sono giocattoli davvero apprezzati. Ma se dovessi scegliere un giocattolo non fatto da noi ma utilissimo allora direi che i teli da gioco sono da anni una fonte inesauribile di idee e impieghi infiniti. Si tratta di una serie di stoffe di cotone morbido (ma anche di seta) a forma quadrata di vari colori (ne bastano 5-6) che all’occorrenza possono diventare la base e il pretesto di ogni tipo di travestimento e gioco. Messo sulle spalle e annodato al collo diventa il mantello del principe, ma può trasformarsi nella gonna di una principessa o il turbante di un mercante arabo o nel velo di una sposa o il cinturone per le sciabole di un guerriero, ecc. E può diventare una tovaglia nella loro cucinetta o la coperta da picnic o la fasciatura per il malato o il lenzuolo per la bambola. Addirittura, con l’ausilio di mollette da bucato ed elastici, si possono costruire piccole capanne, case, castelli e boschi incantati. In questo i bambini sono insuperabili… abbiamo solo da imparare da loro. Questi teli sono molto utili anche nei teatrini improvvisati e non: la stoffe possono costituire gli scenari per la rappresentazione di storie con le marionette o pupazzi (il telo verde è il prato per far pascolare le mucche, l’azzurro può essere un fiume o un lago, il bianco è la neve che copre le montagne, ecc.). Ecco, questo è il giocattolo più utile in assoluto per qualsiasi bambino. Si possono ordinare nei negozi di orientamento anche steineriano on line oppure farli in casa utilizzando scampoli di buona qualità.
Che rapporti hai con i suoceri? Vi danno una mano?
Mio suocero non c’è più, con mia suocera invece ho un ottimo rapporto. Sono capitata in una grande famiglia, tipicamente italiana, dove c’è una grande coesione e collaborazione. Sono stata fortunata. Si, mia suocera ci aiuta come può ma anche le mie cognate si danno molto da fare quando si tratta dei loro nipoti. Chiaramente cerco di non appoggiarmi troppo su nessuno perché ogn’uno ha i propri ritmi di vita e i propri impegni e non mi sembra giusto stravolgerli.
Se fossi il sindaco della tua città, quali provvedimenti immediati prenderesti per migliorare gli spazi e le infrastrutture dedicate alle famiglie/bambini? (detto che mi sembra che voi viviate in un piccolo paradiso verde…)
Premetto che non viviamo in un piccolo paradiso verde, non ancora (siamo in attesa di ricostruire la nostra casetta al margine del bosco danneggiata dal terremoto), ma è anche vero che la sensazione del “piccolo paradiso verde” c’è perché siamo riusciti a crearcela. Se io fossi il sindaco del nostro paese penserei subito alle necessità dei bambini perché facendo questo investirei nel futuro, in una prospettiva migliore. Creerei degli spazi che favorirebbero il loro naturale bisogno di libertà, movimento e ambiente sano: parchi, piste ciclabili, infrastrutture e impianti sportivi, mense scolastiche a base di cibo biologico e a km zero e opportunità di aggregazione socio-culturale per genitori e bambini. Lo so, è un’utopia ma alcuni sogni, a volte, possono diventare realtà.
Sembrate davvero molto creativi. Ti chiedo aiuto allora. Credo che sia più semplice costruire e giocare con bambini, diciamo, dai 5 anni in poi. Perché sono più consapevoli, perché cominciano ad avere una certa manualità e tanti altri motivi. E per chi è ancora nella fase 1-4 anni? Cosa facevate? Come passavate le domeniche piovose? Te lo ricordi ancora?
Da 1-4 anni? Se non si tratta di domeniche piovose la migliore cosa che possano fare è stare fuori, nelle natura, nei parchi, all’aria aperta e con la sensazione della libertà assoluta, lasciati liberi di giocare, di sperimentare e prendere iniziative purchè ovviamente non si mettano in pericolo. La natura, la compagnia di altri bambini e la nostra discreta presenza rassicurante nel sottofondo sono i migliori stimoli per l’immaginazione, per imparare una socializzazione sana e, osservando i cambiamenti che avvengono nella natura, imparare a conoscere il mondo che li circonda, a decodificare piano piano i suoi segreti. Ma se parliamo di domeniche piovose ci sono una serie di giochi che si possono fare con bambini così piccoli. La prima cosa che mi viene in mente in realtà non è un vero e proprio gioco: è dar loro l’opportunità di imitarci nelle faccende quotidiane. I bambini imparano imitando e facendo “cose da grandi” (chiaramente tenendoli sempre lontani dai pericoli) sviluppano i loro sensi e la loro emotività. Lavoretti come lavare le verdure in cucina, farli pasticciare con un po’ d’impasto per la pizza, lavare un vestito, spolverare, apparecchiare la tavola li fa sentire importanti, parte del mondo, fa sperimentare i loro limiti e quelli del mondo che li circonda. Questi “lavori” pratici e collaborativi insegnano ai bambini l’interazione sociale, lo stare e il cooperare insieme e favoriscono l’impulso all’altruismo – che nel mondo d’oggi è cosa tanto preziosa e rara. Poi ci sono giochi che coinvolgono vari sensi (è di questo che hanno tanto bisogno in questa fase del loro sviluppo) come cantare ed ascoltare, pasticciare, ecc. Giocare con la pasta modellabile (peraltro si può fare in casa) o con i travasi è un’ottima idea. Si può predisporre un vassoio con in bordi alti e dare ai bambini vari recipienti per travasare l’acqua – sperimenteranno così le leggi base della fisica. Oppure sullo stesso vassoio si può distribuire uno strato di farina di mais e usarlo come lavagna o per creare una specie di giardino zen affinando il loro manualità e il loro senso estetico (la farina poi va riposta e riutilizzata all’infinito). O dare a loro della colla e della carta colorata da riciclare per inventare dei mosaici e collage. Cos’altro? Si possono fare, per esempio, tantissime coccole e solletichi, ridacchiare, dire sciocchezze, raccontarsi mille storie, favole, filastrocche…
Fai l’indovino: adesso come adesso, i tuoi figli, da grandi, hanno tutte le qualità per diventare:
Allora, la rospa ha una netta attitudine all’arte. La vedo come una pittrice che suona il pianoforte e che, per sopravvivere, insegna. Ma potrebbe anche diventare una vocazione, come lo è per me. Il rospo è un viaggiatore nato con una propensione verso le scienze. Ci potrebbero essere varie combinazioni che prevedono queste due cose.
Un libro che ci consiglieresti di leggere? (a tema bambini/genitori)
Posso dirne tre?
Arve Mathisen (a cura di): Come sviluppare tutti i talenti del bambino (Ed. Red)
Freya Jaffke: Giocattoli fatti dai genitori (Ed. Natura e cultura)
Carl Honorè: Genitori slow (Ed. Rizzoli)
E una blogger, magari tua amica, che ci suggerisci di intervistare?
Avrei suggerito Ester “Kosenrufu mama” ma lei l’avete già intervistata. Posso citarne due? Anzi tre? Facciamo quattro. Sono senza ritegno, lo so.
Sabrina di Vivere semplice e spregiudicato (è per merito suo che ho un blog) – abbiamo intervistato anche lei! ndr
Chiara di Nella mia soffita e sua sorella, Claudia di Voglio vivere così alle quali ho iniziato a voler bene come se fossero mie amiche da sempre.
Per la categoria di blog creativi vorrei segnalare quello di Roberta, che ho conosciuto di persona e che stimo tantissimo: Roberta filava filava.
La tua colonna sonora del momento?
Io sono molto eclettica anche nella scelta della musica ma questo preciso momento della mia vita ascolto Cristina Donà e Melody Gardot.
Sei una collezionista di un po’ di tutto. E’ vero che con questa intervista sei riuscita a trovare i primi esemplari mai prodotti dei barbapapà?
E’ vero!!! Mai avuto dei babapapà, per di più così simpatici e, soprattutto, così pazienti!
12 commenti:
bellissimo... ho letto l'intervista tutta d'un fiato
Grazie! Anche perchè non doveva essere una lettura veloce - non ho il dono della sintesi, me ne rendo conto. :)
complimenti! e grazie, ora ti conosco meglio ;)
m.
bella intervista!
si vede il tuo vero io!
E' bello conoscere un pò di più i blogger che si leggono con ammirazione ed i interesse.
Grazie :)
wenny
Ma che bella questa intervista! Letta anche io... tutta d'un fiato!
p.s. e grazie!
:-)
complimenti....riesci sempre a trasmettere serenità e solarità....come con le tue splendide foto!!!!
a presto
CRI
Letta tutta fino in fondo... è stato bellissimo conoscerti ancor meglio... mi sono sentita molto vicina a te e alla tua bellissima famiglia che mi ricorda un po' la mia... ci sono solo due piedi in più... ;o))
Un bacione
Elisa
Mi piace ascoltare le voci di chi si "nasconde" nei post... tante cose si intuiscono, alcune si dicono ma a domanda diretta si risponde! Bella intervista :-)
è bellissima l'intervista letta di un fiato...sei proprio te! :)
Mi sembra di conoscerti ancora di più ora...
p.s. Grazie... dolci parole"
Un abbraccio
Claudia
letto tutto anch'io e sì, mi sembra di conoscerti un po' adesso :-)
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