domenica 1 marzo 2009

La famosa "parabola" dello yogurt

Io personalmente autoproducevo lo youghurt già nel lontano 1998, con meno consapevolezza ma tanto entusiasmo, ma poi quest'abitudine è andata persa per forza di cause maggiori. Un pò perchè sono nati i bambi, un pò perchè non facevo che rincorrere i professori e le scadenze all'università, un pò perchè la gestione del tempo si è rilevata una cosa assai ardua e un pò per pigrizia, lo ammetto. Un bel giorno, circa due anni fa mi è capitato tra le mani il libro di Maurizio Pallante e mi sono sentita talmente colpevole per ragioni ovvi che ho subito ricominciato ad autoprodurre lo yoghurt a casa. I rospi lo adorano, specialmente se riesco a reperire del latte crudo - allora sì che ci esce uno yoghurt da leccarsi i baffi.
Io lo yoghurt lo faccio con la yoghurtiera, perchè ce l'ho e perchè è pratico e perchè per quanto riguarda il consumo energetico incide veramente poco (anche dal punto di vita economico: consumando 12 watt all'ora il suo funzionamento per 12 ore costa si e no 5 centesimi).
Comunque c'è un'altro modo altrettanto valido per preparare lo yoghurt a casa senza la yoghurtiera.


(le foto sono di stamattina)


Per chi non lon conoscesse, ecco la famosa "parabola" dello yogurt di Maurizio Pallante


Lo yogurt autoprodotto facendo fermentare il latte con opportune colonie batteriche non deve essere trasportato, non richiede confezioni e imballaggi, costa il prezzo del latte, non ha conservanti ed è ricchissimo di batteri.

Lo yogurt autoprodotto è pertanto di qualità superiore rispetto a quello prodotto industrialmente, costa molto di meno, contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 perché non comporta consumi di fonti fossili per il trasporto e per la produzione dei contenitori usa e getta, non produce rifiuti.

Tuttavia questa scelta, che migliora la qualità della vita di chi la compie e non genera impatti ambientali, comporta un decremento del prodotto interno lordo: sia perché lo yogurt autoprodotto non passa attraverso la mediazione del denaro, quindi fa diminuire la domanda di merci; sia perché non richiede consumi di carburante; quindi fa diminuire la domanda di merci; sia perché non richiede confezioni e imballaggi, quindi fa diminuire la domanda di merci; sia perché fa diminuire i costi di smaltimento dei rifiuti.

Ciò disturba i ministri delle finanze perché riduce il gettito dell’IVA e delle accise sui carburanti; i ministri dell’ambiente perché di conseguenza si riducono gli stanziamenti dei loro bilanci e non possono più sovvenzionare le fonti energetiche alternative nell’ottica dello «sviluppo sostenibile»; i sindaci, i presidenti di regione e di provincia perché non possono più distribuire ai loro elettori i contributi statali per le fonti alternative; le aziende municipalizzate e i consorzi di gestione rifiuti perché diminuiscono gli introiti delle discariche e degli inceneritori; i gestori di reti di teleriscaldamento alimentate da inceneritori, perché devono rimpiazzare la carenza di combustibile derivante da rifiuti (che ritirano a pagamento) con gasolio (che devono comprare).

Ma non è tutto.

Facendo diminuire la domanda di vasetti di plastica e di imballaggi in cartoncino, l’autoproduzione dello yogurt fa diminuire ulteriormente la domanda di petrolio. Sia quello che serve per produrre la plastica (due chili di petrolio per chilo di plastica), sia quello che serve per il carburante necessario a trasportare vasetti e imballaggi dalle fabbriche in cui vengono prodotti alle fabbriche in cui viene prodotto industrialmente lo yogurt. Comporta quindi una ulteriore diminuzione delle emissioni di CO2 e del prodotto interno lordo.

Ciò disturba una seconda volta i ministri delle finanze e dell’ambiente, i sindaci, i presidenti di regione e di provincia per le ragioni già dette.

Ma non è tutto.

I fermenti lattici contenuti nello yogurt fresco autoprodotto arricchiscono la flora batterica intestinale e fanno evacuare meglio. Le persone affette da stitichezza possono iniziare la loro giornata leggeri come libellule. Pertanto la qualità della loro vita migliora e il loro reddito ne ha un ulteriore beneficio, perché non devono più comprare purganti. Ma ciò comporta una diminuzione della domanda di merci e del prodotto interno lordo. Anche i purganti prodotti industrialmente e acquistati attraverso i circuiti commerciali, per arrivare nelle case dei consumatori percorrono migliaia di chilometri. La diminuzione della loro domanda comporta dunque anche una ulteriore diminuzione dei consumi di carburante e un ulteriore decremento del prodotto interno lordo.

Ciò disturba una terza volta i ministri delle finanze e dell’ambiente, i sindaci, i presidenti di regione e di provincia per le ragioni già dette.

Ma non è tutto.

La diminuzione della domanda di yogurt, di vasetti di plastica e di imballaggi in cartoncino, di purganti e della quantità di rifiuti, comporta una riduzione della circolazione degli autotreni che li trasportano e, quindi, una maggiore fluidità del traffico stradale e autostradale. Gli altri autoveicoli possono circolare più velocemente e si riducono gli intasamenti. Di conseguenza migliora la qualità della vita. Ma diminuiscono anche i consumi di carburante e si riduce il prodotto interno lordo.

Ciò disturba una quarta volta i ministri delle finanze e dell’ambiente, i sindaci, i presidenti di regione e di provincia per le ragioni già dette.

Ma non è tutto.

La diminuzione dei camion circolanti su strade e autostrade diminuisce statisticamente i rischi d’incidenti. Questo ulteriore miglioramento della qualità della vita indotto dalla sostituzione dello yogurt prodotto industrialmente con yogurt autoprodotto, comporta una ulteriore diminuzione del prodotto interno lordo, facendo diminuire sia le spese ospedaliere, farmaceutiche e mortuarie, sia le spese per le riparazioni degli autoveicoli incidentati e gli acquisti di autoveicoli nuovi in sostituzione di quelli non più riparabili.

Ciò disturba una quinta volta i ministri delle finanze e dell’ambiente, i sindaci, i presidenti di regione e di provincia per le ragioni già dette.

Il Movimento per la Decrescita Felice si propone di promuovere la più ampia sostituzione possibile delle merci prodotte industrialmente ed acquistate nei circuiti commerciali con l’autoproduzione di beni. In questa scelta, che comporta una diminuzione del prodotto interno lordo, individua la possibilità di straordinari miglioramenti della vita individuale e collettiva, delle condizioni ambientali e delle relazioni tra i popoli, gli Stati e le culture.

La sua prospettiva è opposta a quella del cosiddetto «sviluppo sostenibile», che continua a ritenere positivo il meccanismo della crescita economica come fattore di benessere, limitandosi a proporre di correggerlo con l’introduzione di tecnologie meno inquinanti e auspicando una sua estensione, con queste correzioni, ai popoli che non a caso vengono definiti «sottosviluppati».

Nel settore cruciale dell’energia, lo «sviluppo sostenibile», a partire dalla valutazione che le fonti fossili non sono più in grado di sostenere una crescita durevole e una sua estensione a livello planetario, ne propone la sostituzione con fonti alternative. Il Movimento per la Decrescita Felice ritiene invece che questa sostituzione debba avvenire nell’ambito di una riduzione dei consumi energetici, da perseguire sia con l’eliminazione di sprechi, inefficienze e usi impropri, sia con l’eliminazione dei consumi indotti da un’organizzazione economica e produttiva finalizzata alla sostituzione dell’autoproduzione di beni con la produzione e la commercializzazione di merci.

Questa prospettiva comporta che nei paesi industrializzati si riscoprano e si valorizzino stili di vita del passato, irresponsabilmente abbandonati in nome di una malintesa concezione del progresso, mentre invece hanno prospettive di futuro più ampie degli stili di vita moderni che li hanno sostituiti, non solo nei settori tradizionali dei bisogni primari, ma anche in alcuni settori tecnologicamente avanzati e cruciali per il futuro dell’umanità, come quello energetico, dove la maggiore efficienza e il minor impatto ambientale si ottengono con impianti di autoproduzione collegati in rete per scambiare le eccedenze.

Nei paesi lasciati in stato di indigenza dalla rapina delle risorse che sono state necessarie alla crescita economica dei paesi industrializzati, un reale e duraturo miglioramento della qualità della vita non potrà esserci riproducendo il modello dei paesi industrializzati, ma solo con una crescita dei consumi che non comporti una progressiva sostituzione dei beni autoprodotti con merci prodotte industrialmente e acquistate. Una più equa redistribuzione delle risorse a livello mondiale non si potrà avere se la crescita del benessere di questi popoli avverrà sotto la forma crescita del prodotto interno lordo, nemmeno se fosse temperata dai correttivi ecologici dello «sviluppo sostenibile». Che del resto è un lusso perseguibile solo da chi ha già avuto più del necessario da uno sviluppo senza aggettivi.

Per aderire al movimento è sufficiente
- autoprodurre lo yogurt o qualsiasi altro bene primario: la passata di pomodoro, la marmellata, il pane, il succo di frutta, le torte, l’energia termica e l’energia elettrica, oggetti e utensili, le manutenzioni ordinarie;
- fornire i servizi alla persona che in genere vengono delegati a pagamento: assistenza dei figli nei primi anni d’età, degli anziani e dei disabili, dei malati e dei morenti.
L’autoproduzione sistematica di un bene o lo svolgimento di un servizio costituisce il primo grado del primo livello di adesione. I livelli successivi del primo grado sono commisurati al numero dei beni autoprodotti e dei servizi alla persona erogati. L’autoproduzione energetica vale il doppio.
Il secondo grado di adesione è costituito dall’autoproduzione di tutta la filiera di un bene: dal latte allo yogurt; dal grano al pane, dalla frutta alla marmellata, dai pomodori alla passata, dalla gestione del bosco al riscaldamento. Anche nel secondo grado i livelli sono commisurati al numero dei beni autoprodotti e la filiera energetica vale il doppio.

La sede del Movimento per la Decrescita Felice viene stabilita presso….. (preferibilmente un’azienda agricola, o un laboratorio artigianale, o un servizio autogestito, o una cooperativa di autoproduzione, una bottega del commercio equo e solidale, ecc.)
Lo yogurt prodotto industrialmente e acquistato attraverso i circuiti commerciali, per arrivare sulla tavola dei consumatori percorre da 1.200 a 1.500 chilometri, costa 5 euro al litro, viene confezionato al 95 per cento in vasetti di plastica quasi tutti monouso, raggruppati in imballaggi di cartoncino, subisce trattamenti di conservazione che spesso non lasciano sopravvivere i batteri da cui è stato formato.
(sett. 2004)

...





Bene, autoprodurre lo yoghurt è solo il primo passo. Poi ho cominciato a fare le marmellate, le conserve, i succhi di frutta e a posto dei soliti biscotti (che non sai mai cosa ci mettono dentro, che fanno centinaia e migliaia di chilometri, che fanno utilizzo di imballaggi non biodegradabili, ecc.) per la colazione ho cominciato a fare i muffin, i ciambelloni, le crostate e biscotti vari. Ma di questo ne parlerò un'altra volta.



(no, non sono bruciate, sono strappieni di cioccolato :)


20 commenti:

i roberti ha detto...

ma che bello scoprire che c'è gente che la pensa come te...grazie per esserci anche tu...spero di incontrarti presto..
roberta

enikő ha detto...

Roberta, vedrai che ce ne sarà occasione.

A presto. :)

Lo ha detto...

ho iniziato anche io a fare lo yogurt dopo aver letto Pallante, anzi dopo averlo sentito. Ero per un week end in un villaggio ecologico di Asti, lui era venuto per una conferenza...che bell'incontro! Uso la yogurtiera, però produco l'energia elettrica quindi mi sento tranquilla anche io! Se no uso il termos, seguendo un metodo simile a quello che hai indicato, poi come dici tu...tutto si evolve, inizi a fare una cosa, poi un'altra, poi un'altra ancora...seguendo l'estro, i bisogni, il talento...certo che è un bel viaggiare! a presto

estrellazul ha detto...

complimenti, lo yogurth casalingo é buono ed ecologico, e questi muffin sono bellissimi, quando vuoi scrivi la tua ricetta ? un bacio ai bambini

Claudia ha detto...

Ma è bellissimo quello che fai... io sono troppo pigra per poter pensare di "produrre" tutto a casa! Ma quanto mi piacerebbe!!!!

enikő ha detto...

Lo, hai ragione, è un bel viaggiare, ma ne vale la pena. Felice di avrti incontrata, ci consiglieremo a vicenda in caso di intoppi... :)

Estrellazul, vedo che hai già trovato la ricetta. Provala! I muffin sono buonissimi (io faccio sempre qualche modifica, ma sono buoni anche così). Un abbraccio. :)

Claudia, anche io sono pigra! Sapessi quanto. Ma ci sono certe soddisfazioni che fanno vincere la pigrizia. Provala! Ciao. :)

dandaworld ha detto...

Ciao!!! Questa mattina ho scoperto che tra i lettori del mio blog c'eri anche tu... sono venuta a trovarti e... che sorpresa! Il tuo blog è meraviglioso! Seguirò spesso le tue avventure! Come avrai visto anch'io mi autoproduco lo yogurt e il gelato, con il latte crudo. La mia scelta è stata fatta da quando ho cambiato casa e da una metropoli sono passata ad una città più a misura. Ho deciso di cambiare i ritmi, rallentare e ritrovare la gioia di fare le cose in casa, e per rispetto del territorio in cui mi trovo ora ho deciso di produrre meno rifiuti! Trovo incredibile che ci siano sempre più persone che condividono queste gioie! Ti seguirò spesso, sia perché voglio imparare a fare le tue squisitezze che per il knit, che vorrei apprendere. Spero presto! Un abbraccio e cii incrociamo sui nostri blog!
:Danda

enikő ha detto...

Grazie, Danda, anche a me piace il tuo blog. Si, condividere idee, esperienze è una cosa positiva ed entusiasmante.
A presto. :)

piattinicinesi ha detto...

allora che dici eniko, la compro la yogurtiera? noi tempo fa lo facevamo in casa, ma dovevi fare attenzione a tutti quei fermenti e insomma era un bell'impegno. ma per una yogurt addicted come me forse sarebbe una soluzione

enikő ha detto...

Decisamente si! Con la yoghurtiera ti semplifichi la vita. Non devi fare attenzione a niente - misceli un vasetto di yoghurt con un litro di latte, versi il miscuglio nei vasetti, attacchi la yoghurtiera alla spina e dopo 6-12 ore (dipende dalla consistenza desiderata) è pronto. Più semplice di così...
Anzi, c'è la possibilità di semplificarlo ulteriormente: scegli la yoghurtiera che non divide lo yoghurt in vasetti ma ha un contenitore unico così fai anche prima.
E non ci vuole un grande investimento iniziale. La yoghurtiera che ho io costava si e no 12 euro.
Forza, Piattini, che con quello che risparmi al mese facendo lo yoghurt a casa ti puoi comprare un sacco di libri (lo so, sto giocando sporco :) .
Io aspetto che esca il tuo di libro.

Unknown ha detto...

Evviva lo yogurt!
Mi sa proprio che ho trovato una nuova amica! Grazie di avermi trovato e di avermi permesso così di scoprire il tuo blog!
E' bellissimo!

Eli Ana ha detto...

ciao! il tuo blog è bellissimo....
anche io autoproduco lo yogurt in casa ma se con il latte pastorizzato non trovo problemi con quello crudo sì...ho provato due volte e per due volte lo yogurt non è venuto!! CHe accorgimenti impieghi tu ??
Grazie e ancora complimenti
Eliana

enikő ha detto...

Eliana, grazie. Ma hai fatto bollire prima il latte? Ho letto che in caso di latte crudo è importantissimo farla bollire perchè tra i batteri presenti nel latte e tra i fermenti si possono creare dei conflitti che bloccano la moltiplicazione dei ceppi batterici dello yoghurt. Fammi poi sapere. :)

Eli Ana ha detto...

grazie eniko! Se vuoi dare un occhio ho messo un post sullo yogurt nel mio blog...magari mi puoi aiutare con questo yogurt birichino...
Grazie un abbraccio

Eli Ana ha detto...

ho provato nuovamente a fare lo yogurt con latte crudo usando fermenti al posto dello yogurt,bollendo il latte per circa 5 minuti e facendolo poi intiepidire....Lo yogurt è riuscitooooo !!!!! Bellissimo e buonisimo.... Grazie ancora..

Alessandra ha detto...

Ciao sono Alessandra, sto da qualche giorno scoprendo di essere fortemente attratta dal mondo dell'ecologia e dell'autoproduzione oltre che ad uno stile di vita sano ecologico ed economico da poter trasmetter in un futuro ai miei figli.
In questi giorni sto esplorando tanti blog da cui non riesco a staccare gli occhi e la mente se non dopo aver letto ogni post!
A breve io e il mio ragazzo andremo a convivere e applicare queso stile di vita sarà molto più semplice essendo "libera" di scegliere come gestire la mia vita.
Spero solo di essere in grado di ruiscire ad organizzare il mio tempo per fare pane, yoghurt, torte, vestitini, copertine e tutto quello che la fantasia mi suggerisce.
Continuerò a seguire te, la casa nella prateria di Claudia, EquAzioni e tutte le altre fantastiche donne che nel loro piccolo mondo fanno grandi grandi cose per la nosta Terra, cosa principale trasmettere ai propri figli l'amore per le cose genuine e semplici che Madre Natura ci offre.
Un caldo abbraccio da ALe

michela80 ha detto...

Davvero interessante!quando mi sono sposata - 2 anni fa - ho deciso che avrei cambiato molti aspetti della mia vita di consumatrice, così autoproduco yogurt, marmellata, salsa di pomodoro, pelati e melanzane sottolio, dolci per la colazione e da un annetto sono passata anche alla cura della persona preparando da me dentifricio, deodorante e creme per mani e piedi. Faccio da me il detersivo per i piatti, quello per tutte le superfici; uso come ammorbidente aceto e acqua (700ml e 300ml)con 20 gocce di o.e. di lavanda.
Sono molto soddisfatta e quando arriveranno i bimbi cercherò di trasmettere il rispetto per la natura e le soddisfazioni che si hanno preparandosi queste cose da sè anche a loro. Ciao a tutti e buona giornata.

Anonimo ha detto...

Ciao, eniko!
davvero contenta di incontrare un blog come il tuo!
aumenta la mia voglia di natura e di "semplificazione" della vita :)
conosco molto bene i concetti della decrescita e sto cercando di metterli in pratica (per quello che posso); tra un pò cambierò casa ed andrò quasi in campagna, e sono sicura che il tuo blog - e il tuo esempio - mi sosterrà nel passaggio/ritorno ad una vita più naturale e serena.
grazie
manu

Movimento per un comune virtuoso ha detto...

Ciao, è un davvero un piacere sostare nel tuo blog.
Rispecchiarsi in qualcun altro è una bella consolazione.
Anch'io produco da me lo yogurt.
Io faccio così:

http://www.uomoplanetario.org/wordpress/?s=yogurt+fatto+in+casa

Un abbraccio!
Mariella

Silvia ha detto...

Ciao, sono Silvia!
Non ero ancora incappata in questo tuo post:Meraviglioso!!!!
Grazie di esserci!!!
Buona settimana
Serenità e benedizioni!
Silvia

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