venerdì 17 febbraio 2012

Il riciclo creativo…

...di un vecchio maglione dismesso e infeltrito. Ci servivano al volo un paio di scaldamuscoli per impedire che la neve s’intrufolasse negli scarponcini dell'arrampicatore infaticabile. Ed ecco fatto. Due gesti decisi ed ecco che le maniche del maglione diventano esattamente quello che ci serve – senza correre subito a comprarlo.

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Immagino di non aver inventato niente di nuovo, ma mi piace condividere il principio che ne è alla base: il tentativo di connetterci a un modello di società alternativo a quello attuale, dominato dalla crescita economica infinita a tutti i costi e senza criteri e dal consumismo sfrenato. Cerchiamo, nel nostro piccolo, di consumare solo il necessario e trovare l’affermazione di sè altrove: non nei consumi, nei beni materiali da accumulare ma nelle competenze, nella creatività, nelle connessioni positive con persone e progetti di vita affini, nella solidarietà, nella condivisione.
Siamo per il consumo intelligente, per il consumo limitato allo stretto necessario perchè consumando meno si riduce l’impatto ambientale del nostro operato (limitando al massimo il consumo di materie prime, di energia, di suolo e delle risorse naturali in generale). In quest’ottica, prima di comprare una cosa mi chiedo sempre: ne ho davvero bisogno o si tratta di un bisogno indotto o di un effimero capriccio (anche se ai capricci ogni tanto si può pure cedere!)?;  una volta appurata l’assoluta necessità, mi chiedo se posso (auto)produrla io stessa, magari trasformando o riutilizzando oggetti che ho già. Ed ecco, il glorioso ruolo del riciclo e del riuso che è sostenibilità, è ingegno, è fantasia, è recupero, è sobrietà, è ridare valore agli oggetti vecchi. Non siamo lontanamente perfetti, ma abbiamo degli ideali e andremo avanti per questa strada…

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Per chi volesse approfondire l'argomento, vi lascio Il programma delle otto R di Serge Latouche

La “società della decrescita” presuppone, come primo passo, la drastica diminuzione degli effetti negativi della crescita e, come secondo passo, l’attivazione dei circoli virtuosi legati alla decrescita: ridurre il saccheggio della biosfera non può che condurci ad un miglior modo di vivere. Questo processo comporta otto obiettivi interdipendenti, le 8 R: rivalutare, ricontestualizzare, ristrutturare, rilocalizzare, ridistribuire, ridurre, riutilizzare, riciclare. Tutte insieme possono portare, nel tempo, ad una decrescita serena, conviviale e pacifica.  

da una proposta di Osvaldo Pieroni al Forum delle ONG di Rio

Rivalutare. Rivedere i valori in cui crediamo e in base ai quali organizziamo la nostra vita, cambiando quelli che devono esser cambiati. L’altruismo dovrà prevalere sull’egoismo, la cooperazione sulla concorrenza, il piacere del tempo libero sull’ossessione del lavoro, la cura della vita sociale sul consumo illimitato, il locale sul globale, il bello sull’efficiente, il ragionevole sul razionale. Questa rivalutazione deve poter superare l’immaginario in cui viviamo, i cui valori sono sistemici, sono cioè suscitati e stimolati dal sistema, che a loro volta contribuiscono a rafforzare.

Ricontestualizzare. Modificare il contesto concettuale ed emozionale di una situazione, o il punto di vista secondo cui essa è vissuta, così da mutarne completamente il senso. Questo cambiamento si impone, ad esempio, per i concetti di ricchezza e di povertà e ancor più urgentemente per scarsità e abbondanza, la “diabolica coppia” fondatrice dell’immaginario economico. L’economia attuale, infatti, trasforma l’abbondanza naturale in scarsità, creando artificialmente mancanza e bisogno, attraverso l’appropriazione della natura e la sua mercificazione.

Ristrutturare. Adattare in funzione del cambiamento dei valori le strutture economico-produttive, i modelli di consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita, così da orientarli verso una società di decrescita. Quanto più questa ristrutturazione sarà radicale, tanto più il carattere sistemico dei valori dominanti verrà sradicato.

Rilocalizzare. Consumare essenzialmente prodotti locali, prodotti da aziende sostenute dall’economia locale. Di conseguenza, ogni decisione di natura economica va presa su scala locale, per bisogni locali. Inoltre, se le idee devono ignorare le frontiere, i movimenti di merci e capitali devono invece essere ridotti al minimo, evitando i costi legati ai trasporti (infrastrutture, ma anche inquinamento, effetto serra e cambiamento climatico).

Ridistribuire. Garantire a tutti gli abitanti del pianeta l’accesso alle risorse naturali e ad un’equa distribuzione della ricchezza, assicurando un lavoro soddisfacente e condizioni di vita dignitose per tutti. Predare meno piuttosto che “dare di più”.

Ridurre. Sia l’impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre e consumare che gli orari di lavoro. Il consumo di risorse va ridotto sino a tornare ad un’impronta ecologica pari ad un pianeta. La potenza energetica necessaria ad un tenore di vita decoroso (riscaldamento, igiene personale, illuminazione, trasporti, produzione dei beni materiali fondamentali) equivale circa a quella richiesta da un piccolo radiatore acceso di continuo (1 kw). Oggi il Nord America consuma dodici volte tanto, l’Europa occidentale cinque, mentre un terzo dell’umanità resta ben sotto questa soglia. Questo consumo eccessivo va ridotto per assicurare a tutti condizioni di vita eque e dignitose.

Riutilizzare. Riparare le apparecchiature e i beni d’uso anziché gettarli in una discarica, superando così l’ossessione, funzionale alla società dei consumi, dell’obsolescenza degli oggetti e la continua “tensione al nuovo”.

Riciclare. Recuperare tutti gli scarti non decomponibili derivanti dalle nostre attività.

7 commenti:

nora ha detto...

Condivido appieno: bisogna diffondere diffondere e diffondere queste buone pratiche. Questo post sarebbe proprio indicato per il mio quasi-contest. Se ti va vieni a linkarti da me... :D
ps Latouche è un grande!

luby ha detto...

Parole vere!!!!!!!

enikő ha detto...

Nora, grazie, mi va di linkarmi nel tuo contest. Latouche è un grandissimo, ho avuto la fortuna di sentirlo anche dal vivo. :)

Luby! :)

me ha detto...

Grazie!
È giusto riflettere....ma piu importante e difficile è metterlo in pratica.

enikő ha detto...

Già! E' una vera a propria sfida... ma è fattibile. Se non al 100% (perchè la perfezione non esiste), va bene anche a 80%. Ma facendo anche solo il 20% è pur sempre un passo in avanti...

Kaduina ha detto...

Idea carinissima! e le idee sul riutilizzo non sono mai abbastanza!!!
@ eniko : beh,si, hai ragione, ma nel 2012 fare solo il 20% è un po' pochino :) dovremmo invece essere un po' piu' severi, socialmente parlando, verso chi vediamo sprecare.

enikő ha detto...

Kaduina, hai ragione! Più si fa, meglio è ed è anche vero che bisogna puntare in alto. Quel 20% è per coloro che hanno temono di iniziare per la paura di non farcela. Ogni montagna si scalaun passo alla volta. Importante è iniziare, poi ci si prende gusto. :)

Grazie per la visita.

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